di Pietro Guglielmetti
Filippo quanti anni ha? A me sembra sempre lo stesso. Comprai da lui una tavola 10 anni fa e da quel giorno quando ho bisogno di consigli – mi spiace per gli altri – vado da lui. Se parliamo di Nord Italia, per me numero 1 (cit. Dan Peterson). Il motivo? Lui non ti vende una tavola, lui vende la sua competenza applicata alla tavola. Se vuoi e hai tempo è in grado di spiegarti in dettaglio cosa stai portando a casa, come va usata, quando va usata, i suoi pro e i suoi contro. Se cercate uno yes-man non fa per voi. Non voglio farne una questione di brand ma vendere fumo è facile, sentenziare e poi avere ragione alla prova dei fatti è una merce che è sempre più rara.
Qual è il tuo primo ricordo legato al surf?
Il mio primo ricordo legato al surf risale 1992, anno in cui ho iniziato. A Varazze era già pieno di gente, che le mute facevano schifo e le onde erano perfette.
Ti regalo un camper adesso: scegli il tuo quiver, mettici chi vuoi e dimmi qual è la meta.
Vendo il camper, prendo un biglietto per gli atolli del sud delle Maldive, carico i “wankers” per un boat trip e mi porto la mia sacca da 3 tavole con Sharpeye Inferno 5’11, Lost Little Wing 5’10 e Bradley Send 6’4.
Qual è secondo te il paese migliore per surfare nel mondo?
La Costa Rica nell’Oceano Indiano.
Surf, surf, surf… altri interessi più intelligenti?
Fino al 2005 ho lavorato nell’albergo di famiglia dove avevo il mio spazio per elaborare i vecchi Fifty, Si, Vespe e CR da cross. Parallelamente facevo riparazioni tavole, un’attività in cui ho investito parecchie energie ripagate nel tempo dalla soddisfazione degli amici e successivamente dai clienti del negozio. Dal ’98, data di apertura del Varazze Surf Shop, ho gestito anche una videoteca negli anni d’oro del noleggio e fino all’anno scorso un bar in società con alcuni amici. Da ormai 4 mandati sono amministratore comunale della mia città, impegno gratificante che mi permette insieme a tutto il gruppo di concretizzare il sogno di una grande Varazze. Oltre alle innumerevoli attività in ballo nella città, ad ottobre partiremo con una consistente opera di protezione del litorale con un occhio di riguardo al surf ed il ripristino di 2 spot surfati intorno al 2000.
Di solito il surfer è uno che si butta: anche nella vita sentimentale sei così o aspetti che passi il set?
Vita sentimentale diametralmente opposta al surf.
Onde anomale, squali, shore break…il pericolo maggiore da cui sei uscito vivo?
Cartellino rosso a Salsa Brava durante una tempesta tropicale improvvisa.
Peggior infortunio che hai subito in acqua?
A 30 anni, Vertebre C5 C6 spezzate all’Entubadera a Fuerteventura. Salvato dall’annegamento dal mio amico Cale.
Vedo che in negozio non hai fish voluminosi o mini-simmons, cosa ne pensi dello stile retrò che da qualche anno è tornato di moda?
Rispondo raccontandoti il progetto in partenza con lo shaper varazzino Jacopo Causa (CJ Surfboards). Gli darò in comodato d’uso gratuito mezza rastrelliera dove potrà vendere direttamente le tavole anche ai clienti appassionati di retrò utilizzando il negozio come vetrina. Dare la possibilità a talenti emergenti e clienti selezionati di confrontarsi per trovare il giusto mezzo è sicuramente un altro valore aggiunto del Varazze Surf Shop.
Secondo te chi produce le migliori tavole oggi?
Non esistono tavole migliori in senso assoluto ma ritengo che la caratteristica più importante che debbano avere sia quella di AIUTARE il surfista.
Oramai hai una certa età… quando ti deciderai a passare al longboard? (scherzo!)
Ho già un soft top LF 5’6 38 litri che è un aereo.
Un anno ha 365 giorni, tra impegni professionali, famiglia ecc…quanti giorni entri in acqua?
Con la pessima frequenza degli ultimi anni, tutte le volte che fa mare entro. Pensandoci bene potrebbe avanzarmi anche del tempo… (poveri ragazzi, se avessi ancora la scimmia dei 16 anni sarei ricoverato in psichiatria).
Perché sex wax non grippa più? Al netto che a mio parere sono pessime alla vista ma consiglieresti i grip adesivi al posto della classica wax?
Ogni cosa al suo posto: grip per il piede dietro e paraffa per il resto della tavola. Se azzecchi la temperatura le paraffe sono quasi tutte valide.
Parliamo di Varazze il tuo home spot: raccontaci brevemente pregi e difetti della Secca.
Qualitativamente l’onda migliore del Mediterraneo. Spinge con qualsiasi misura, tuba quasi sempre e regge tutte le condizioni. La sua particolarità è la facilità di accesso grazie al canale sulla sinistra che permette di arrivare sulla line up senza spaccarsi di duck-dive anche con misure importanti. I difetti sono il fondale di rocce taglienti in pochissima acqua e l’affollamento perenne di tutti gli spot. Le soluzioni messe in campo sono: allungare il periodo di sfruttamento delle mareggiate cercando di utilizzare lo spot in notturna, realizzare o ripristinare spot sul litorale varazzino come faremo ad Ottobre, educare i locali a farsi rispettare solo quando il rispetto viene meno da parte dei foresti e non a prescindere.
In questi ultimi anni tra l’illuminazione notturna e una crescente esposizione mediatica come pensi sia cambiata la scena locale?
L’esposizione mediatica di Varazze è in costante aumento dall’alba dei tempi. Sicuramente va gestita durante i lunghi periodi di piatta per non cadere nel ridicolo, anzi dev’essere un momento di riflessione per i ragazzi della nuova scena locale ai quali consiglio di viaggiare, viaggiare e ancora viaggiare per capire come funziona il mondo. Il mio appello va anche a tutti quei fotografi improvvisati che pubblicano tutti gli scatti senza una logica: vi prego, basta! Fare selezione, non vince chi ne mette di più.
Mareggiata dell’anno. Quattro sconosciuti entrano alla Secca, al di là del clima di competizione cosa devono aspettarsi? (ndr Personalmente per anni all’uscita VARAZZE acceleravo verso altre onde…anche se per esattezza a Varazze ci sono altri spot meno gettonati ma sempre validi).
Dipende. Se stai al tuo posto, problemi con noi non ce ne sono. Io parlo dei varazzini. Su quelli che non sono locali e fanno i locali non commento nemmeno.
Chi è il talento locale sul quale punteresti maggiormente?
Come negozio crediamo e supportiamo Armando Giana. Allenato, educato e super potente. Stile diverso da tutti, un mix tra old e new school con tanto tanto power. Ricordiamoci comunque che il nostro ragazzo prodigio resta Fabio Giusto e che si sta facendo spazio con il suo grande coraggio sulle bombe anche Rudy Ghiara.
Perché, secondo te, tra gli atleti della nazionale non ci sono ragazzini liguri ma soltanto romani, toscani e sardi. Come mai nonostante la qualità delle onde i liguri non sono al vertice del surf performante in Italia?
Nazionale italiana di surf?
Tu sei sempre stato promotore di iniziative che coinvolgessero i giovani sia a livello sportivo che artistico. Progetti per il futuro?
Realizzare uno skate park in centro e non nella solita periferia. Ripristinare 2 spot in zona Nautilus. Organizzare contest legati ad eventi musicali fuori da circuiti e da format preimpostati.
Cosa ne pensi del contest O’Neill Ride of the Winter Italy, un contest che premia la passione dei surfisti italiani per la ricerca dell’onda perfetta?
Tutto quello che stimola i ragazzi a girare è una gran figata, quindi mi trovi perfettamente in linea con l’iniziativa.