No, non è una barzelletta ma un progetto vero e proprio ideato dal designer inglese Steve Davies. Lo studente dell’università metropolitana di Cardiff ha deciso di presentare alla laurea il progetto della sua tavola da surf fatta di funghi, con l’obiettivo di ridurre l’enorme impatto che lo sport ha sull’ambiente. C’era già stata un’iniziativa simile a New York: nel 2015 una compagnia chiamata Ecovative aveva portato a termine un progetto iniziato nel 2007, senza però mai riuscire a procedere con la produzione di massa. Altri progetti sono nati e naufragati nel mentre in California. Chissà che questo metodo non sia quello giusto?
L’idea
Nel mondo vengono costruite ogni anno circa 400.000 tavole da surf. Di queste più dell’80% non sono sostenibili. Come ben sappiamo i materiali utilizzati per la costruzione dei nostri giochi preferiti sono estremamente tossici e non riciclabili. Esistono aziende come Polyola che riciclano lo scarto del pane delle tavole da surf per creare dei blanks nuovi, ma è ancora troppo poco per poter soddisfare il fabbisogno produttivo delle aziende. Nessun problema: l’idea di Steve è più concreata di quanto possa sembrare. Costruire una tavola da surf con l’anima di funghi è fattibile, il problema è trovare una resina che isoli il materiale organico interno e che allo stesso tempo sia naturale.
I materiali
Il progetto prevede che i blanks della tavola da surf siano realizzati con il micelio, ovvero l’apparato vegetativo dei funghi che ha un aspetto simile ai capillari o alle radici. Grazie alla sua caratteristica modalità di sviluppo, il Micelio andrebbe a riempire gli spazi creati all’interno di un esoscheletro composto da materiali naturali e racchiusi in un ulteriore involucro somigliante ad un blanks vero e proprio. Molto fitto e denso, questo permetterebbe allo shaper di forgiare la tavola da surf proprio come farebbe con il foam.
Per ovviare al problema della resina Steve sta testando diversi tipi di ingredienti naturali: la cera d’api e l’olio di semi di lino sembrano funzionare come sigillanti, anche se finora il test è avvenuto soltanto con tavole in miniatura. Ci sono ancora diverse migliorie da apportare, ed il test definitivo prevede la realizzazione di una tavola a dimensioni reali che possa sopportare il peso di una persona. La resistenza è un altro degli ostacoli da superare ma Steve è fiducioso.
Tempistiche
Per realizzare una tavola da surf di funghi il processo complessivo è di circa 21 giorni. La proliferazione del Micelio è abbastanza rapida. In condizioni adatte di temperatura, umidità e disponibilità di nutrimento la produzione di citoplasma diviene tumultuosa, determinando il rapido accrescimento del micelio a velocità che può anche essere di 6 mm all’ora. La parte interessante è che lo shaper potrà realizzarlo senza doversi rivolgere a produttori terzi e ciò avrà un impatto positivo anche in ottica di trasporti, riducendo le spedizioni. Ci vorranno ancora un paio di mesi per realizzare il primo vero prototipo e circa due anni per creare una vera e propria produzione. Visto anche l’impegno ambientale da parte della World Surf League che dal 2028 imporrà l’utilizzo in almeno una heat di tavole sostenibili, una tavola da surf composta da funghi potrà essere una soluzione sicuramente da prendere in considerazione.