Federazione Italiana Surfing, Sci Nautico e Wakeboard. Partiamo da qui: è il 27 Settembre, siamo al Salone d’Onore del CONI. Sta per essere eletto il nuovo Presidente Claudio Ponzani ma prima di cominciare le votazioni, il consiglio mette mano allo statuto federale per modificare il nome della Fisw in Fissw. Quella “s” in più sta per “surfing”, il surf (pronunciato serf) come siamo abituati a chiamarlo nei parcheggi degli spot. È solo un nome dirà qualcuno, una formalità. Può darsi. Sarebbe legittimo pensarlo prima di aver sentito la verve e la passione con cui Claudio Ponzani parla del surf italiano e di come vorrebbe vederlo nel futuro. Ponzani e la sua squadra hanno un anno (l’anno olimpico, non un anno qualunque) per intervenire. Completeranno il terzo mandato di Luciano Serafica, che circa un anno fa si è dimesso dall’incarico di Presidente per chiarire la propria posizione in merito ad un’indagine della Procura di Milano. L’indagine si è conclusa: i fatti non sussistono, non si andrà mai a processo. Stessa sorte per Riccardo Baita, che nell’esercizio del suo ruolo di direttore agonistico aveva portato, come racconta Serafica nell’intervista qui sotto, ad individuare Adriano De Souza come il coach per il futuro del team azzurro.
Giustizia è fatta per Luciano Serafica e Riccardo Baita. E finalmente dopo un difficile anno di commissariamento la Fissw riparte, con lo slancio propositivo e le forze fresche di un consiglio federale completamente rinnovato. Tanti giovani e due surfisti al di sopra di ogni sospetto: Omar Micheli del Banzai Sporting Club e Carlo Morelli di Surf in Salento. Nel bel mezzo di un mese ricco di eventi e mareggiate, siamo riusciti ad intercettare sui campi gara dei campionati italiani sia Claudio Ponzani che Luciano Serafica, per scambiare quattro chiacchiere e farci un’idea del vento che tira.
PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA CON CLAUDIO PONZANI
Chi è il nuovo Presidente della Fissw, Claudio Ponzani? Ti andrebbe di presentarti e raccontare brevemente la tua storia al nostro pubblico?
Vorrei dire innanzitutto che sono fiero di potermi presentare come Presidente della Fissw con due “s”, perché il primo amore è stato proprio il surf. Ho iniziato a praticarlo nel 1986 a La Jolla, in California, lì ha avuto inizio questo rapporto molto intenso con le onde. Tornato in Italia per colmare i vuoti che inevitabilmente, come sapete, il surf ti lascia, ho conosciuto il wakeboard. Sono sempre stato attratto dagli sport da tavola. Nel 1997 poi ho aperto un centro wakeboard al Lago del Salto, dove nel 2022 a coronamento di tanti anni di lavoro e risultati abbiamo organizzato il Mondiale di wakeboard.
Come si riparte dopo un anno di commissariamento?
Purtroppo abbiamo vissuto una pagina veramente brutta della nostra Federazione, è stato surreale (Ponzani era il vice di Serafica, ndr). È stata fatta una follia nei confronti di due persone. Lo ripeto ancora: una follia. Ripartiamo con un voto all’unanimità per il cambio nome della Fissw, che adesso ha al suo interno il “Surfing”. Mi sembra giusto che sia così perché il surf è l’unica disciplina olimpica che abbiamo all’interno della nostra casa.
Questo è l’anno di Parigi 2024. L’Italia ha già un atleta qualificato per le Olimpiadi, Leonardo Fioravanti, e la possibilità di qualificarne altri a Porto Rico. Cosa state programmando per i prossimi mesi?
Faremo di tutto per permettere la qualificazione di almeno un altro atleta alle Olimpiadi, questo è un obiettivo primario. È chiaro poi che staremo dietro a tutte le discipline che rappresentiamo, perché tutte meritano il riconoscimento dei sacrifici che le famiglie, i tecnici, le associazioni e gli atleti fanno. Mi rendo conto che far qualificare un altro atleta maschile o femminile a Parigi 2024 sia una sfida ambiziosa, abbiamo una concorrenza ferrea, però come sempre ci giocheremo le nostre carte. Siamo uniti e coesi, ho ereditato una Federazione molto sana: è stato facile per me proseguire sulla strada che era già stata tracciata.
L’occasione per incontrarci oggi ce l’ha data una tappa del Campionato Italiano Juniores, che è uno dei fiori all’occhiello della Fissw. Il livello sale anno dopo anno, vedi l’ombra di un nuovo Fioravanti? State pensando a dei programmi tagliati sui più piccoli?
Stiamo cercando un altro Leonardo nel nostro agonismo e devo dire che prevedo un buon futuro per la nazionale di surf. Abbiamo delle categorie Under 12 fantastiche, dei bambini incredibili, che sono all’altezza dei pari età che provengono da nazioni con maggiore tradizione e dove è molto più semplice allenarsi con onde di qualità. Abbiamo la fortuna che alcuni di questi Under 12 riescono a viaggiare tanto, infatti ci stanno dimostrando un livello alto. Inoltre ho fiducia che sotto la guida di Luca Piscopo, una struttura tecnica che già agevola la crescita del settore, potrà incidere ancora di più sulla crescita dei giovani. Il nostro punto di riferimento è come tutti sapete Adriano De Souza, campione del mondo 2015. L’abbiamo blindato per il 2024 e stiamo strutturando una collaborazione che ci porterà insieme a Los Angeles 2028.
Praticare il surf a livello agonistico in Italia obbliga atleti e famiglia a dover fare investimenti economici davvero onerosi. Oltre a fare affidamento sul supporto della Federazione, entrare a far parte del gruppo sportivo delle Fiamme Oro, com’è successo per 4 dei nostri atleti più forti, può permetterti di vivere preoccupandoti solo di fare l’atleta professionista. Pensi che si possano aprire nuove possibilità nel breve e medio periodo?
È ovvio che i gruppi sportivi mirano alle discipline olimpiche, quindi per la Fissw con loro parliamo soltanto del surf. Ci sono aperture. Ad oggi siamo col gruppo sportive Fiamme Oro, abbiamo una partnership strutturata e 4 atleti già reclutati (Fioravanti, Papa, Legati, Gussoni). Non è detto che potrebbero partecipare a concorsi futuri anche altri atleti. Per sottomettere una candidatura bisogna comunque avere un curriculum di tutto rispetto, con successi in campo nazionale e soprattutto dei risultati internazionali.
Abbiamo parlato esclusivamente di agonismo ed alto livello finora, ma siccome dopo 4 anni sta per tornare un Campionato Assoluto ti chiedo: avete in mente di ricreare un circuito open più strutturato? Anche per dare seguito alla crescita dei tanti ragazzi che partecipano alle gare juniores…
Noi ad oggi abbiamo problemi di costi perché siamo una Federazione anomala. Rappresentiamo discipline una diversa dall’altra e con dei costi enormi. Perché come dicevi tu prima, per fare surf dobbiamo andare all’estero. Pensa solo ai costi dei viaggi e degli extra-bag che mettiamo a bilancio ogni anno. La Fissw ha dei costi incredibili rispetto ad altre federazioni che possono praticare sport al chiuso, in palestra o in piscina. Tutte le spese per aerei, benzina, barche (per sci nautico e wakeboard, ndr) sono triplicate ma la contribuzione che riceviamo è sempre la stessa. Mi sto battendo per sensibilizzare chi di dovere con l’obiettivo di il giusto riconoscimento.
Una medaglia cambierebbe un po’ lo scenario?
Credo proprio di sì. Sarebbe un sogno nemmeno così irrealizzabile perché come tu ben sai, l’onda di Tahiti è congeniale alle caratteristiche di Leonardo. Perché no? La speranza c’è.
SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA CON LUCIANO SERAFICA
Di medaglie ne sa qualcosa Luciano Serafica, che incontro di ritorno dalla Sicilia, dopo il trionfo del wakeboard boat agli Europei giocati in casa. 9 ori su 10 disponibili e 16 medaglie complessive per l’Italia. Un ritorno in grande stile Luciano?
Guarda in realtà come prima cosa ho chiamato Claudio per dirgli che io avrò pure vinto tanto nel corso dei miei mandati, ma lui in un giorno ieri ha fatto il pieno (ride, ndr). Sono fiero della nostra squadra, è un risultato storico.
Come mai eri in Sicilia?
Perché sono tornato in Fissw con il ruolo di Direttore Sportivo con competenza sulle discipline di wakeboard e sci nautico, per me è un ritorno alle origini. Mi occuperò anche delle relazioni col territorio a cui come sai tengo molto.
Non posso fare a meno però di chiederti un commento sulla “folle” vicenda, come l’ha definita il Presidente Ponzani, resa pubblica il 22 Dicembre 2022.
Una follia purtroppo nata da dissapori interni al settore surf. Come conseguenza di quel litigio è arrivato un esposto nei miei confronti, che ha portato come da prassi ad un’indagine. Ma siccome ho sempre avuto fiducia nella magistratura, decisi immediatamente di dimettermi.
Era un gesto dovuto dimettersi?
In Italia non penso sia un gesto dovuto, non sempre tutti si comportano così.
Come si è conclusa l’indagine?
Il pm ha chiesto l’archiviazione. La vicenda si è conclusa come speravo perché ero consapevole di aver sempre agito nel rispetto delle norme e nell’interesse della federazione. Sono stati messi difficili, non è facile immaginare. Nel confessare il mio dolore vorrei dedicare un pensiero anche a Riccardo Baita, co-imputato con me per truffa, anche lui archiviato dal pm e dal gip. Una vicenda del genere non ti lascia indenne, porterò per sempre una cicatrice sulla mia pelle.
Adesso come stai?
Sono felice, adesso sono felice di esser tornato a fare ciò che mi piace nel mondo dello sport. Ma sono anche una persona cambiata rispetto al Luciano Serafica di un anno fa perché ho imparato molte cose dalla vita.
Dal 2017 a fine del 2022 hai governato una Fissw che già aveva responsabilità sul surf. Qual è il risultato di cui sei più fiero?
Sicuramente il risultato di cui vado più fiero è lo staff tecnico che abbiamo creato in questi anni. A partire da Adriano De Souza, fiore all’occhiello incredibile, al secondo tecnico: prima Yann Martin e poi Jesus Guerra. Per finire con Marco Gregori, direttore tecnico che mi piace definire anche team manager con grandissime capacità. Sono anche orgoglioso del campionato shortboard per ragazzi che siamo riusciti ad organizzare con continuità.
Qual è invece il tuo più grande rammarico?
Il mio più grande rammarico è Bonomelli (nel podcast An alle Olimpiadi. Noi quell’anno, nel 2021, per le Olimpiadi di Tokyo ci siamo qualificati con due riserve. È stata un’Olimpiade folle per via delle restrizioni legate al covid, vennero imposte procedure fortemente stringenti. Ho saputo che avremmo potuto mandare un secondo atleta in Giappone la notte prima dell’inizio della competizione. Abbiamo fatto carte false per portarlo col Coni, ma non siamo arrivati in tempo. Comunque rimane un grosso rammarico perché la partecipazioni all’Olimpiadi avrebbe cambiato la vita di Bonomelli.
Come il Presidente Ponzani ci ha detto di trattative avanzate per De Souza fino al 2028, vogliamo anche da te una notizia: arriverà prima una wave pool in Italia oppure un centro federale dedicato al surf e affacciato sull’oceano?
Secondo me arriverà prima un centro federale dedicato al surf.
Hai già fatto Tokyo 2020 da Presidente, adesso Parigi 2024. Ci vediamo a Tahiti con un Leonardo Fioravanti in splendida forma: com’è cambiato Leo durante questi anni in cui hai potuto osservarlo da vicino?
Intanto mi piacerebbe dire che Leonardo questa volta va alle Olimpiadi qualificandosi di prepotenza, con un risultato importantissimo. Io penso che dal punto di vista tecnico Leonardo Fioravanti abbia già tutto per stare nei primi 5 surfisti al mondo. La chiave di volta secondo la mia interpretazione è stato aggiungere De Souza all’equazione perché Fioravanti ha trovato un tecnico che si occupa prevalentemente di lui, con cui ha feeling, con cui si può confrontare. Ai campioni di quel livello non si insegna, li si può accompagnare nel percorso. E vorrei dirvi che per onestà intellettuale Adriano De Souza è un tecnico che ha individuato e contattato Riccardo Baita, perché io in quel momento non sapevo neanche chi era.