Nello sport oggi non basta essere bravi. Ad un’atleta per avere successo e riconoscimento pubblico sono richiesti carisma, personalità, empatia e una lista potenzialmente infinita di skills. Più talenti extra campo riesci a mostrare, più possibilità avrai di essere amata e conosciuta anche al di fuori del tuo mondo. Chiediamo troppo ai nostri atleti? Sì, decisamente. Ma oggi più che mai siamo in cerca di eroine ed eroi, di figure pubbliche da cui trarre spunto, e nessuno sa arrivare al cuore delle persone meglio degli sportivi.
Ginger Caimi spunta molte delle caselle che contano. Innanzitutto è brava e vince, requisito fondamentale nello sport agonistico, che non è il freesurfing né la creazione contenuti. A 12 anni da compiere Ginger ha già la personalità di una ragazza forte ed indipendente, cittadina del mondo e figlia dell’incontro tra oriente ed occidente. Nata a Milano il 21 Maggio 2012 da Franco Caimi e Tian Xianfang, Ginger dopo pochi mesi lascia il capoluogo lombardo e torna con la sua famiglia a Fuerteventura, dove il papà Franco stava già mettendo radici. A 3 anni la prima volta sulla tavola insieme all’inseparabile papà, a 5 anni la piccola Ginger era già capace di prendere le onde da sola. In casa si alternano italiano e cinese, a scuola ed in mare invece si parla lo spagnolo. Questo sarà l’ultimo anno di Ginger seduta in classe ad un banco: “Non mi dispiace lasciare i miei compagni perché viaggiando molto durante l’anno ho l’occasione di conoscere persone provenienti da tutto il mondo. Farò una scuola internazionale online, sto imparando anche l’inglese”.
Ho incontrato Ginger e suo papà per la prima volta nel Novembre del 2022, a Recco, per i Campionati Assoluti di Longboard. Facevo il commento della gara come altre volte, ma a Recco è diverso: osservi l’azione da una posizione privilegiata, una terrazza alta e centrale, a picco sullo spot. Veder surfare Ginger dall’alto faceva ancora più impressione, anche perché il mare quel giorno era pesante. L’onda di Recco quando è attivo è una brutta bestia, rompe tutta insieme in un fragoroso closeout. Ginger, che in proporzione all’epoca era un terzo del suo longboard, riusciva a sfruttare ogni grammo del suo peso e ogni centimetro delle sue leve per domare la tavola. Non solo quando si trovava a far correre il long in parete, ma anche nei ripetuti momenti di lotta con le schiume e la corrente. Mi impressionarono le letture e le scelte che riusciva a fare anticipando ogni situazione. Aveva solo 10 anni ma arrivò terza quel giorno, festeggiando sul podio col suo inconfondibile sorriso da bambina felice e spensierata, che ti aspetteresti di vedere in uno spot televisivo della Kinder. Trasmette gioia e semplicità. Come il suo surf.
Avanti veloce fino al presente, oggi Ginger è la campionessa italiana di longboard in carica e seconda in Spagna. La pulizia tecnica e l’eleganza sono tratti distintivi dello stile della giovanissima longboarder italo-cinese, che guarda alle hawaiane Keils Kaleopaa e Carissa Moore come fonte d’ispirazione. Non disdegna lo shortboard, Ginger, anche se ammette di surfare in tavoletta non più del 20% del suo tempo: “Però senti di avere ancora grandi margini di miglioramento, mentre col long sono già abbastanza forte”.
Su Instagram è @comosifueranada. L’account lo gestisce suo papà Franco, ma Ginger è libera di navigare il social ed interagire con i suoi seguaci: “Spesso papà mi lascia il telefono per guardare in giro e vedere cosa fanno le ragazze più grandi come Kelis o Carissa, a me piace leggere e farmi un’idea sulle cose. Mi dispiace quando la WSL o altri profili pubblicano dei video delle gare con solo uomini“.
Il 2024 di Ginger Caimi sarà ricco di impegni: dopo esser volata in Asia per una serie di gare della World Surf League e festival di longboard, oltre a seguire il circuito italiano ha in programma di competere nei QS in Inghilterra e Spagna. Ma il sogno più grande è a tinte azzurre: “Spero che l’Italia mi convochi per il Mondiale ISA di longboard”.