Dreaming Virus, un corto filmato e realizzato da Tommaso Pardini a Tahiti.
“Certo che culo andare a Tahiti in piena pandemia”
Una sera di fine estate, stavo guardando un video di William Aliotti che si trovava a Tahiti, invio la storia instagram al mio amico Michele Maremmani dicendogli “certo che culo andare a Tahiti in piena pandemia, questi girano come gli pare nonostante il Virus.” Mai avrei pensato che da li pochi giorni avremmo fatto un tampone, prenotato un volo last minute e saremmo partiti per andare a Tahiti in piena pandemia.
Ma andiamo con ordine, dopo aver visto quel video, qualcosa è iniziato a muoversi nella nostra testa, abbiamo iniziato a cercare una meta surfistica che fosse possibile da raggiungere subito o quasi. Per curiosità, abbiamo scritto un messaggio proprio a William che ci ha detto che per arrivare a Tahiti non c’erano grosse limitazioni, serviva soltanto un tampone 48 ore prima di imbarcarsi sul primo volo verso la Polinesia.
Colpo di scena
Beh, detta cosi sembrava abbastanza semplice, ma si sa i voli per Tahiti presi con due giorni di anticipo rispetto alla partenza non sono proprio economici. Qui arriva il primo colpo di scena che ha iniziato a trasformare il sogno di una vita in un incredibile realtà. Il governo polinesiano aveva deciso di comune accordo con la compagnia di bandiera Air Tahiti Nui, di fissare un prezzo standard mensile che sarebbe rimasto il solito, sia che fosse prenotato con mesi di anticipo sia che fosse prenotato il giorno stesso della partenza. La seconda sorpresa è stata quella di vedere il prezzo del volo, per niente proibitivo, le previsioni meteo erano promettenti e le ferie di Michele combaciavano perfettamente con le date disponibili dei voli. Avevamo poco più di 48 ore per farci un tampone, prendere coraggio e partire.
In gran segreto, più per scaramanzia che per altro, decidiamo di farci il tampone, risultato negativo, prenotiamo il volo e senza sapere a cosa andiamo in contro, partiamo.
Quasi due giorni dopo, tra uno scalo a Vancouver e la bella sopresa di non trovare la macchina che avevamo prenotato al nostro arrivo in aeroporto a Papeete, siamo giunti poco dopo il sorgere del sole a Teahupo’o. Un po confusi, un po stanchi, il mare ci sembrava abbastanza piccolo, non avevamo calcolato però che dalla fine della spiaggia che era il punto più vicino per raggiungere il picco a nuoto e l’onda, c’era all’incirca un chilometro. Decidiamo quindi di buttarci in acqua e di nuotare per mille metri verso il picco.
Sognare ad occhi aperti.
Più ci avvicinavamo all’onda e più ci rendevamo conto di sognare ad occhi aperti. Le onde rompevano una dopo l’altra, qualche metro di altezza, si sentiva tutta la potenza del mare. La prima immagine nitida che mi ricordo è quella di un ragazzino che mi sfreccia accanto appena uscito da un tubo, mi guarda e sorride, poi mi saluta e torna in line-up. L’onda successiva un altro ragazzino fa la solita cosa, mi guarda e ride, probabilmente ha visto la mia faccia che era un mix tra sconvolgimento e incredulità. Uno di loro mi chiede da dove vengo e quando dico Italia, rimane più sconvolto di quanto lo ero io. Inizio a rendermi conto che ero realmente in quel posto che avevo sempre visto nei video. Ecco cosa vuol dire letteralmente sognare ad occhi aperti.