Vi svelo il segreto di Pulcinella: se impari a leggere le previsioni ti diverti di più. E migliori più velocemente. E rimorchi il doppio. Aspetta, no, forse mi sono fatto un po’ prendere la mano con l’ultima affermazione ma i vantaggi di saper leggere le previsioni del nostro capriccioso Mar Mediterraneo sono davvero illimitati. Personalmente ho avuto la fortuna di trovare sulla mia strada un buon maestro, l’amico Luca, un vero studioso di mappe meteo-marine. A volte nella nostra chat di What’s App parte il gioco “riconosci lo spot su Google Maps” e non puoi mai vincere, Luca è più veloce e preparato dell’uomo gatto con le note di Sarabanda.
A parte questo excursus, che meritava di essere raccontato, vorrei trasmettere l’importanza di un’attenta e meticolosa lettura delle previsioni perché le migliori session in Italia le ho fatte quando quasi nessuno c’aveva creduto. Sarebbe stato più facile optare per Banzai o qualche altro spot sicuro, di cui in testa avevo già uno schema preciso, invece quella volta scelsi con degli amici di prendermi un rischio calcolato e cercare nuove onde. Di cui magari avevamo sentito parlare, qualche racconto arrivato al nostro orecchio. In altre occasioni invece parti e finisci la giornata urlando come un pazzo al tramonto, mentre discuti con i tuoi compagni di viaggio su quale sia il nome migliore da dare a quella nuova onda. Può andar male, capita e continuerà a succedere. Diciamo però che il margine di errore si assottiglia in maniera proporzionale agli anni di esperienza ed ai chilometri percorsi in cerca di onde. Perché studiare è importante.
L’argomento mi appassiona a tal punto che a luglio sono andato a disturbare direttamente chi sta a monte delle nostre considerazioni, i previsori del Consorzio LaMMA Toscana. Il Lamma determina (ho scoperto non del tutto consapevolmente) il planning delle nostre vite, è la prima cosa che guardo quando mi sveglio la mattina. Fai colazione con Lamma, vai a dormire infilando Lamma tra una scrollata del feed di Instagram ed un video su YouTube. Abbiamo registrato una puntata del podcast, la pubblicheremo presto. Lamma è una certezza al pari del traffico in autostrada una domenica di agosto. Insieme ai modelli meteo-marini di Lamma, a complemento di questi, sono abituato a consultare: Magicseaweed, Windfinder e Windy. Ognuno dei 3 servizi meteo-marini appena elencati ha le sue peculiarità, ma per diversi motivi offrono tutti e tre un’esperienza di lettura delle previsioni più semplice ed immediata di LaMMA. Non dovete scoraggiarvi. Sarete colti dalla pigrizia, scriverete all’amico più esperto (che comunque è una buona soluzione, ma dovete imparare a camminare con le vostre gambe), maledirete la versione mobile di LaMMA perché selezionare il quadrante di mare giusto equivale a vincere una partita a Jenga. Capiterà, credetemi, ma non dovete abbattervi. Arrivo in vostro soccorso.
Il modello meteo-marino è il risultato di un’equazione fisica che va ben oltre la nostra comprensione. Il risultato dell’equazione si esprime in alcuni parametri che secondo la mia esperienza sul campo (NON sono un previsore né tantomeno ho lauree in materia, ci tengo a precisarlo) è bene tenere d’occhio, ne riporto alcuni di seguito:
- Altezza onda. Espressa nella Scala Douglas, che divide ad un livello più macro le mareggiate in “forza 1”, “forza 2” a salire fino a “forza 7”. A noi interessa mettere in relazione il colore della mareggiata (o swell) con l’altezza dell’onda corrispondente, visibile nella barra vicina al margine destro della mappa. Ogni spot ha il suo range di condizioni. Soltanto l’esperienza potrà insegnarvi quanto mare sia sufficiente perché lo spot si attivi e quando invece un eccesso di forza e misura renderà lo spot impraticabile.
- Direzione mareggiata. Informazione da non sottovalutare, spesso più importante della forza della mareggiata. Ogni spot ha un’esposizione che chiama una certa direzione di mareggiata. Studiate su Google Maps gli angoli dello spot, confrontateli con il punto cardinale della direzione della mareggiata. Attenzione a quanto potrebbe succedere se una swell di direzione sbagliata ma con grande forza arrivasse ad impattare nei dintorni dello spot, potrebbe verificarsi la condizione migliore: quando un’onda fa il giro intorno allo spot ed arriva sì indebolita, ma perfettamente allineata.
- Intensità vento. Strettamente legato al parametro successivo, imparerete a capire anche qui come per l’altezza dell’onda quale sia per ogni spot la soglie di vento tollerabile. Esistono onde che sono coperte da venti potenzialmente fastidiosi, altre onde che magari per la conformazione del fondale mantengono una buona forma nonostante un lieve o moderato vento da mare. Lo studio teorico qui andrà incrociato con la conoscenza empirica.
- Direzione vento. Rappresentata con le freccine che si muovono nei dintorni dello spot, ci permette di valutare con che angolazione il vento sferzerà lo spot che abbiamo puntato. Il vento da terra (vento off-shore) generalmente è amico del buon surf, il vento da mare (vento on-shore) schiaccia l’onda, i venti di traverso (vento cross-shore) possono impattare sulla forma dell’onda fino ad indebolirla in maniera decisiva.
- Periodo onda. Il periodo è la distanza che intercorre tra un’onda e la successiva. Si misura in secondi, proprio come se contaste da 1 a 6 o 7 (periodo medio in Italia) tra un’onda e quella successiva. Si tratta di un dato molto importante perché all’allungarsi del periodo corrisponde un’onda che arriva sotto costa in maniera più distesa, pulita e regolare. Un periodo lungo avrà come conseguenza anche una maggior forza di spinta dell’onda generata dalla swell. Per fare un esempio, alcuni spot in Italia possono attivarsi e regalare grandi giornate già con una mareggiata di 0.7 / 0.8 se accompagnata da 7 o più secondi di periodo.
È importante che ogni surfista abbia a cuore lo studio delle previsioni perché ho sempre pensato che in Italia siamo prima metereologi fai-da-te, poi surfisti. Spesso quando impari ad interpretare le previsioni ti accorgi di possibilità prima nascoste ai tuoi occhi, come l’occasione di surfare magari onde meno buone (ma comunque discrete) però da solo, che è un’altra emozione. Si possono alternare surf di qualità in mezzo a decine e decine di persone ad un buon surf, non eccellente, con la sola compagnia dei tuoi amici, in spot poco battuti. In questo modo potremmo porre un piccolo freno all’affollamento che negli ultimi anni sta rendendo la situazione in acqua spesso invivibile.