Torna la rubrica sui viaggi di surf. Come riportato da Leonardo, viaggiare quest’estate ci costerà molto. Proviamo a darvi qualche spunto, proposte non economiche ma che magari con un po’ di spirito di avventura potranno farvi venire voglia di fare uno sforzo in più. Non abbiamo volutamente messo il Giappone tra le destinazioni inusuali in Asia perché nonostante rimanga una scelta piuttosto particolare per un viaggio di surf, è comunque una meta conosciuta. Ricordiamo tutti Stab in the Dark con Mick Fanning girato proprio nella terra del sollevante.
Israele
La più occidentale delle mete asiatiche, molto più vicina all’Europa sia come cultura che come stile di vita, in Israele si svolge un’importante tappa di qualificazione del circuito QS europeo. Per gli organi federali sportivi viene considerata a tutti gli effetti come una nazione del vecchio continente. E da buon paese occidentale Israele ha ereditato anche la passione per il surf. Uno dei pionieri del surf in terra santa è stato il Dr. Dorian Paskowitz, leggenda del surf californiano di religione ebraica che durante il suo anno sabbatico si trasferì in Israele e portò con sé la tavola da surf creando un vero e proprio movimento. A lui è dedicato un bellissimo film, intitolato “Surfwise”, che è stato trasmesso sul Netflix e Prime Video per diverso tempo. Israele è uno dei paesi mediterranei con la maggior qualità e frequenza di onde. Non sarà la meta ideale per i vostri viaggi di surf, ma vale la pena farci una visita e approfittare delle sue onde.
Qualità: 2 su 5
Sicurezza: 5 su 5
Difficoltà viaggio: 2 su 5
Top spot: Netanya, Marina Beach, Hof Maravi
India
Immensa, con migliaia e migliai di chilometri di costa inesplorati, clima caldo tutto l’anno. Perché l’India non è ancora diventata una mecca per i viaggi di surf? In primis perché raggiungerla e muoversi all’interno del suo vastissimo territorio non è per niente economico. La situazione del paese non è mai stabile e questo la rende poco appetibile e scomoda agli occhi del surfista moderno che vuole muoversi a colpo sicuro. Per questo per chi volesse andare all’avventura l’India sembra una sfida cucita a pannello. Molti pro surfer e fotografi famosi hanno scelto l’India come palcoscenico per creare i loro contenuti. Indimenticabile la parte in cui Craig Anderson surfa in India durante le riprese del pluripremiato film “Slow Dance” . Onde da sogno, paesaggi mozzafiato e poco affollamento valgono secondo noi il prezzo del biglietto.
Qualità: 4 su 5
Sicurezza: 2 su 5
Difficoltà viaggio: 4 su 5
Top spot: Kapu Beach, Mulki Mangalore, Manapad Point
Timor Est
Confinante con la più nota Indonesia, che alla fine degli anni 70 l’ha pure invasa, Timor Est è una piccola nazione che conta poco più di un milione di abitanti. Poco avvezza al turismo, la popolazione non versa in condizioni economiche fantastiche e questo fa sì che Timor resti ancora lontana dai radar dei surfisti di massa. L’ex colonia portoghese ha molte onde di qualità paragonabili a quelle indonesiane, a suo discapito le spesso incolmabili difficoltà logistiche in cui si incappa per raggiungere Timor. Ma visto che le isole limitrofe pullulano di surfer, magari durante una lunga permanenza a Bali può valere la pena salire su un aereo e tentare il colpo. Vi lasciamo un piccolo video che vi schiarirà le idee sulle onde di cui parliamo.
Qualità: 4 su 5
Sicurezza: 3 su 5
Difficoltà viaggio: 4 su 5
Top spot: T-Land, Boa, Do’o
Cina
Quando si parla di sport occidentali che vanno di moda, la Cina si prende il suo tempo per poi entrare a gamba tesa. Anche se il paese all’ombra della Grande Muraglia non è proprio il primo che ci viene per turismo ed accoglienza, soprattutto in quest’epoca, riconosciamo che ha del gran potenziale. Nik Zanella, pioniere del surf italiano, fa parte dello staff della nazionale cinese ormai da qualche anno. Leggendo delle sue interviste rilasciate ai vari media internazionali capiamo che la Cina ha intenzione di fare sul serio. Ha ospitato tappe del mondiale di Longboard WSL, sta costruendo piscine artificiali e nonostante i video che circolano in rete dove la polizia del regime sega le tavole da surf ai poveri praticanti sulla spiaggia, il governo cinese sta puntando molto sul futuro di questa disciplina. Per quanto riguarda l’affollamento (strano da dirsi in Cina visto i miliardi di abitanti), le acque sono ancora piuttosto libere. Esplorare la Cina potrebbe essere come la ricerca dell’eldorado per un surfista avventuriero. Poi se la ricerca va male, potete consolarvi con la gastronomia locale.
Qualità: 3 su 5
Sicurezza: 4 su 5
Difficoltà viaggio: 4 su 5
Top spot: Hainan Island
Vietnam
Tutto è partito da una guerra. Contrariamente a quanto si possa pensare, non sono stati gli americani i primi a surfare in Vietnam durante la guerra, ma gli australiani, di cui si hanno testimonianze già intorno 1962. Grazie al film “Apocalypse Now” la vicenda dei surfisti del China Beach Club (si chiamava così allora lo spot di DaNang) è divenuta famosa al grande pubblico. Stereotipi a parte (“Charlie don’t surf”), gli americani impegnati durante la guerra avevano veramente portato con sé le tavole da surf, principalmente per utilizzarle come mezzi di soccorso nei resort. I resort erano stati creati per far sì che i militari rientrati dalle missioni nella giungla potessero godere di qualche giorno di permesso in relax. Ma si sa, quando c’è onda un surfista non riposa mai, neanche in guerra. Così le tavole da surf messe a disposizione dei bagnini per i salvataggi vennero prese in prestito dai militari che senza saperlo hanno dato vita ad una vera e propria scena surfistica locale. Non aspettatevi chi sa quali onde, ma in Vietnam oltre a mangiar bene, si surfa anche.
Qualità: 2 su 5
Sicurezza: 3 su 5
Difficoltà viaggio: 3 su 5
Top spot: Vung Tau, Da Nang, Na Thrang
Corea del Nord
Partiamo dal presupposto che la Corea del Nord è il paese più blindato del pianeta. Tecnicamente aperta al turismo, con una trafila di visti ed autorizzazioni si può entrare nel paese di Kim Jong-Un. Non sarà il classico viaggio in cui prenoti una casetta su Airbnb, noleggi la macchina con Rental Cars e parti senza pensieri. In Nord Corea tutto ciò non è permesso. Per raggiungere la nazione è necessario affidarsi ad un agenzia turistica governativa che organizza viaggi sotto il controllo del regime, che vi seguirà per tutta la durata della vostra permanenza. Starete dove dicono loro, visiterete ciò che loro vogliono che vediate, non potrete utilizzare macchine fotografiche o cellulari al di fuori dei luoghi di interesse (interesse per Kim) e non potrete praticare attività ludiche pericolose (ovviamente il surf è incluso). Però, c’è un però: Kim è affascinato dall’occidente nonostante abbia ripetutamente fatto presente di esser pronto a sganciarci delle bombe. È amico di Dennis Rodman, ama il basket e la cultura americana lo seduce chiaramente. Il surf, sempre grazie all’italiano Zanella, è entrato in Corea del Nord, sono state svolte lezioni e Nik ha anche trovato dei discreti spot dove praticare. Chissà, magari un giorno verranno organizzati dei viaggi di surf dal regime nord coreano o meglio ancora, non ci sarà più un regime e potremo esplorarla liberamente. Articolo completo di Nik Zanella su Surfline.
Qualità: 2 su 5
Sicurezza: 2 su 5
Difficoltà viaggio: 5 su 5
Top spot: Unkown
Corea del Sud
“La Corea del Sud è il nuovo Giappone”. Spesso si sente fare questo accostamento parlando dell’alta moda. I giapponesi sanno influenzare con la loro tradizione millenaria la cultura occidentale ma hanno aperto un canale di scambio dal dopoguerra. La storia era iniziata con i Souvenir Jacket americani, il surf è stata una delle prime usanze che i giapponesi hanno fatto propria. Cosa c’entra la Corea del Sud con tutto questo? Beh, come i giapponesi anche loro sono affascinati dall’occidente, hanno onde di qualità, hanno costruito una wavepool e sono uno dei due maggiori produttori di neoprene per mute al mondo. Tutto il miglior neoprene disponibile e in uso dai grandi marchi del settore viene prodotto in Corea del Sud o in Giappone. La Corea del Sud potrebbe diventare non solo una nuova meta per dei viaggi di surf, ma anche una delle nuove potenze del surf mondiale. Il controllo del mercato del neoprene la pone già in una buona posizione. Pensate che il governo coreano ha dedicato una spiaggia in un ex base militare soltanto alla pratica del surf.
Qualità: 3 su 5
Sicurezza: 5 su 5
Difficoltà viaggio: 2 su 5
Top spot: Surfy Beach, Haeundae, Gisamun
Filippine
Note al grande pubblico ma snobbate dalla maggior parte dei surfisti, le Filippine sono una delle mete con la qualità di onde alta ma meno frequentate del pianeta. Sede di un QS regionale importante e teatro di alcuni spot pubblicitari di alcuni grandi brand che vogliono scappare dal caos indonesiano, le Filippine sono una meta turistica incantevole con onde ottime. Sicuramente il turismo del surf sta crescendo anche qui e potrebbe essere una delle ultime occasioni per godersi delle buone session in tranquillità. Di recente l’isola di Siargao, dove sorgono spot storici come Cloud 9, è stata colpita da un tifone che ha devastato interi paesi, resort e villaggi locali. La ricostruzione prosegue lenta e faticosa anche a causa delle complicazioni derivate dagli strascichi della pandemia.
Qualità: 4 su 5
Sicurezza: 3 su 5
Difficoltà viaggio: 2 su 5
Top spot: Siargao, Estern Samar, Lanuza
Bangladesh
Il Bangladesh è uno dei paesi più poveri del pianeta e la situazione in particolare per le giovani donne è disastrosa, hanno pochissimi diritti e tanti obblighi imposti dalla cultura locale. C’è però un gruppo di ragazze surfiste che grazie a svariati salvataggi in mare avvenuti nel corso delle session di surf sta portando ad un cambiamento radicale della cultura bangladina. Un’interessante storia raccontata da Elle Magazine fa ben sperare per un’espansione del surf in un paese molto lontano dalle nostre abitudini. Onde belle poche volte all’anno, spiagge inquinate, spot difficilmente accessibili, difficoltà di movimenti interni alla nazione ed attrazione turistica tendente allo zero non hanno aiutato il Bangladesh a sviluppare una propensione per i viaggi di surf. Qualcosa sta cambiando e magari in un futuro non troppo lontano anche qui ci sarà spazio per creare una vera e propria scena surfistica.
Qualità: 1 su 5
Sicurezza: 3 su 5
Difficoltà viaggio: 4 su 5
Top spot: Cox’s Bazar, Kalatoli Beach
Emirati Arabi Uniti
Sicuramente sarete passati da Dubai per uno scalo durante i vostri viaggi di surf verso mete lontane. Ma avreste mai pensato che negli Emirati Arabi Uniti si fa surf? Con un bacino marittimo che ricorda molto il Mar Adriatico, famoso per le mille attrattive extra-lusso, Dubai vi consente anche di surfare. Non è sicuramente la prima scelta, ma se uno scalo si dovesse fare troppo lungo e avete con voi le tavole da surf potete scegliere tra due opzioni: surfare in mezzo ai grattacieli oppure recarvi alla piscina con le onde in mezzo al deserto. Proprio quella piscina dove Dion Agius e tra gli altri anche Leonardo Fioravanti hanno surfato in passato, come documentato dal video che vi lasciamo qui sotto.
Qualità: 2 su 5
Sicurezza: 5 su 5
Difficoltà viaggio: 1 su 5
Top spot: Dubai Beaches, Wadi Adventure Wave Pool