Con le Finals appena concluse e la rosa degli atleti qualificati ancora da completare, la World Surf League ha comunicato attraverso i propri canali social il nuovo calendario per la stagione 2023. Visto che l’annata appena trascorsa non è stata delle più fortunate ci aspettavamo qualche cambiamento. Così non è stato. O meglio, l’unico cambiamento ha scatenato l’ira dei fan. Torna la piscina di Kelly nel Tour (qui raccontata da un italiano che ha passato lì un weekend, e non è Leo Fioravanti) che sostituirà G-Land. Dando una scrollata ai commenti sotto al post di presentazione, non ne ho trovato uno e dico uno soltanto che fosse a favore della WSL. Addirittura alcuni dei surfer che saranno protagonisti nel prossimo campionato del mondo hanno espresso il loro disappunto. Fattore molto importante da tenere in considerazione è che il ranking del campionato mondiale di surf del 2023 decreterà le qualificazioni per i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Le critiche rivolte all’organizzazione sono principalmente quattro:
Il mid-season cut
Introdotto durante l’ultima stagione, il mid-season cut è stato pensato per diminuire il numero dei concorrenti dopo soltanto cinque tappe (due delle quali in Australia). Questa scelta ha creato non poco scompiglio all’interno del movimento. Con una fantomatica raccolta di firme da parte degli atleti che chiedevano di fare un passo indietro sulla regola ed il pubblico che urlava a gran voce il ripristino del classico format, l’organizzazione con un bel sorriso sulle labbra ha riconfermato anche il 2023 il mid-season cut. Una spada di Damocle che pende sulle preziose teste dei top al mondo. Tra i surfisti di spessore che sono retrocessi molti sono rimasti impantanati nella palude del Challenger Series senza riuscire a riqualificarsi. Tra i tanti, Conner Coffin e Morgan Cibilic che affrontavano il circuito da finalisti dello scorso WCT e Frederico Morais. Il nostro Leo Fioravanti ha ritrovato subito la retta via mettendo al sicuro un posto nel prossimo campionato del mondo durante le prime tre tappe del CS. Un ottima risposta al taglio di metà stagione, percorso di riqualifica coronato da una bella vittoria ad Ericeira ed il primo posto nella classifica finale.
Unica nota positiva di questo format, se proprio vogliamo sforzarci, è il maggior ricambio di atleti che porterà nel Tour. Nel Challenger series sai come inizi ma non sai come finisci. Ben quattro saranno i rookie del prossimo tour: Maxime Huscenot e Ramzi Boukhiam che dopo 10 anni di tentativi sono riusciti finalmente e meritatamente a qualificarsi, Rio Waida, primo indonesiano a riuscire nell’impresa e Ian Gentil. Anche Liam O’Brien si riqualifica dopo l’infortunio che lo scorso anno non gli ha mai permesso di gareggiare.
Surf Ranch Pro
Tutti vorremmo una piscina come quella di Kelly Slater a disposizione vicino casa, fatto sta però che i fan della WSL hanno aspramente criticato la scelta di reintrodurre questa tappa a discapito della leggendaria G-Land. Il Surf Ranch di Lemoore in California era stato scalzato dallo scorso Tour a favore della tappa indonesiana facendo tirare un respiro di sollievo agli appassionati e ripristinando un po’ di entusiasmo nel cuore di un pubblico annoiato dal nuovo format. Aggravante di questa scelta il posizionamento: infatti l’onda di Kelly sarà la prima tappa dopo il mid-season cut. Una gara veloce, su un’onda artificiale, già vista e rivista e che di novità ha ormai poco. Si poteva far di meglio per decidere gli aspiranti al titolo e ad un posto nelle prossime Olimpiadi.
Le finali di Trestles e Pipeline come gara d’apertura
“Il pallone è mio, la squadra è mia e quindi scelgo io dove giocare. Scelgo il giardino di casa”. Se la WSL fosse un bambino viziato direbbe queste esatte parole. Con sede a Santa Monica in California, l’organizzazione del surf mondiale ha deciso per il terzo anno di seguito di rifare le Finals a Trestles. Con una marea di commenti negativi in merito, tra cui anche quelli di nomi storici del surf (vedi Shane Beschen, local di Trestles), la WSL se ne infischia e tira dritto per la sua strada. Ho parlato con tantissimi amici che seguono il Tour con passione e la maggior parte di loro ha ammesso di non aver guardato le Finals. Miracolo Gilmore a parte, tra onde non bellissime e un format che di avvincente ha poco, anche quest’anno la gara ha confermato che chi arriva primo in regular season vince (giustamente). La maggior parte della polemica è rivolta al format, il pubblico gradirebbe il ritorno di Supertubos e di Pipeline come penultima e ultima tappa e l’eliminazione delle Finals. In tanti chiedono anche la reintroduzione di Hossegor nel Championship Tour, considerata una delle tappe decisive per le sorti del titolo mondiale.
Poche sinistre “rippable”
L’ultima critica viene mossa direttamente dall’interno della WSL. Gli atleti del Tour infatti, specialmente i goofy, si sentono penalizzati dalla scelta degli spot. Con l’esclusione di G-Land se ne va un’altra onda sinistra dal palinsesto. La lamentela si fonda su un fattore di surfabilità dell’onda. Rippable, il termine utilizzato dagli atleti, serve a descrivere un’onda tipo J-bay, dove un regular può sbizzarrirsi infilando una serie di combinazioni di manovre. Non avere onde sinistre di questo tipo penalizza gli atleti goofy che richiedono più accortezza nelle scelte per rendere il campionato mondiale di surf più equilibrato e avvincente.
Conclusione
Come già evidenziato in passato, la questione del campionato mondiale di surf è una pentola a pressione pronta ad esplodere. La stagione passata ha patito condizioni di onda mai viste prima. Non hanno aiutato le decisioni di chiamata del responsabile delle competizioni che spesso ha mal interpretato le previsioni meteo, dilungandosi troppo nell’attesa o volendo completare l’elimination round in maniera sbrigativa. Ma c’è un altro fattore che ha gravato sulla spettacolarità del Tour: dallo scorso anno infatti tutte e dieci le tappe maschili e femminili venivano svolte contemporaneamente. Riuscire a gestire un evento con così tanti partecipanti e trovare la giusta alternanza è un’impresa ardua su larga scala. Un grosso peso si staglia sulle spalle della WSL. Con il pubblico contro ma gli ascolti in aumento (a sentire i dati diramati dalla stessa Lega), sarà una stagione da tutto per tutto.
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