A bruciapelo non saprei come rispondere. Devo ammettere però che ho impresse nella memoria alcune onde iconiche, imprese eccezionali compiute da persone a volte anche normali. Non Leonardo Fioravanti, ecco. A proposito: di Leo cosa scegliereste? Ho dovuto riguardare diversi vecchi video di freesurf per individuare l’onda prescelta. Per la migliore onda di Fioravanti entriamo comunque nel campo delle opinioni, perché di tubi epici filmati a Leo ne conto veramente decine e decine. È una questione di gusti: più avanti capirete i miei.
Mattia Morri a Desert Point
Quella di Mattia Morri è una storia che vorremmo tanto raccontarvi, ma nonostante un follow che al tempo ci fece ben sperare il surfista italiano che ha conquistato Bali continua a declinare l’invito. A detta dei suoi amici “è un tipo a cui non gliene è mai fregato niente di apparire”, e questo spiega in parte la sua attitudine a nascondersi all’ombra dei tubi indonesiani. Desert Point è la sua onda: una sinistra più veloce di una F1, che rompe su acqua bassissima nel sud-ovest di Lombok. Il profilo Instagram di Morri è una collezione di tubi infiniti e super tecnici commentati da personaggi come Rob Machado o Aritz Aranburu. Nella difficoltà della scelta, per pescare la carta vincente mi sono affidato ad un dato scientifico, incontrovertibile: 17 secondi di tubo in una sola onda. Trovatemi chi potrebbe fare meglio.
Francisco Porcella a Jaws
La storia va trattata con il dovuto rispetto, Francis è entrato nella leggenda con due onde straordinarie: la XXL Biggest Wave a Nazaré del 2017 e la Ride of the Year a Jaws del 2022. Conoscendo anche personalmente i suoi gusti, scegliamo l’ultimo successo in ordine di tempo, il mega-tubo preso a Maui. Proprio qui infatti aveva raccontato di aver mangiato merda per anni cercando di uscire da una caverna in backside, cosa che nessuno aveva fatto prima. Se per Nazaré spesso si dice (facile a dirsi, meno a farsi comunque) che siano necessari coraggio, preparazione, forza mentale e fisica, nel compimento della surfata a Jaws Francisco Porcella ha aggiunto anche parecchia tecnica e capacità di lettura.
Leo Fioravanti in Irlanda
Scartata a malincuore quella che secondo Leo stesso poteva essere la miglior onda della sua vita, sono rimasto con due opzioni: Nias ed Irlanda (minuto 1:56). Anche in “The Cut” ci sono tubi incredibili tra Coxos e Mentawai, ma scelgo l’Irlanda tranquillo e sereno dopo aver avuto la legittimazione di Leonardo Fioravanti in persona: “Mi fai una domanda difficilissima ma ti confermo che sì, forse è l’Irlanda. Poi quel doppio angolo (nel video qui sotto troverete la ripresa sia dalla scogliera che dall’acqua, ndr) dà un’idea ancora più chiara di quanto fosse pesante”.
Francisco Porcella a Cloudbreak
Doppia nomination per il più spericolato charger che la Sardegna e l’Italia abbiamo mai visto, Francisco Porcella. Nessuno si offenda perché Franny lo fa di mestiere, il suo lavoro è andare a cacciare di mareggiate fuori scala. Dobbiamo tornare indietro al 2016 per controllare negli archivi di MagicSeaWeed le previsioni di una giornata storica a Cloudbreak, Fiji. La mattina iniziava con 3.9 metri a 18 secondi e proseguiva con un picco di 4.4 metri a 17 secondi. Fai fatica soltanto a leggere questi numeri uno dietro l’altro, infatti il risultato è spaventoso. Catch Franny if you can.
Roby D’Amico al Quemao
Sono 16 secondi che ho impressi nella mente ma in realtà adesso riguardandola ammetto che non avrei saputo descrivere i momenti salienti del tubo in backside preso da Roby D’Amico al Quemao Class del 2016. C’è quell’attimo che merita di essere evidenziato, al quinto secondo del video qui sotto: Roby fa una pompata per mettersi in linea e prendere il tempo al tubo, ma incontra uno scalino nella parete che quasi lo disarciona dalla tavola. Rimane in piedi miracolosamente senza grab, recupera l’equilibrio e si posiziona stavolta afferrando forte il rail per affrontare la lunga sezione che gli romperà davanti. Roby aveva bisogno di un 9.57 ma per i giudici quel backside barrel è un 10, un perfect ten che iscrive la sua miglior onda nella storia del surf italiano.
Roby mi ha raccontato un paio di aneddoti sulla miglior onda della sua carriera: “Poco prima avevo preso una brutta botta e sono stato 5/6 minuti fermo nel canale a riprendere respiro. Vedete poi che nel take-off sono posizionato nell’inside, ben sotto gli altri concorrenti. In teoria quella è l’onda che si surfa con l’alta marea, mentre lì eravamo in medio-bassa marea. L’ho remata sapendo di partire per la gloria, ma sinceramente non mi aspettavo di uscire da un tubo così”. La scia dell’emozione ha compromesso la performance del giorno successivo: “Ero in una heat con Aritz Aranburu e William Aliotti, ma con la testa stavo ancora al 10. Devo ammettere che quel fomento è durato per almeno un mese”. E dopo 6 anni siamo ancora qui a parlarne.
Menzioni d’onore per la miglior onda mai surfata da un italiano per Eugenio Barcelloni a Puerto Escondido, Diego Cordeiro a Kirra, Alessandro Marcianò a Nazaré e Alessandro Piu a Bali.