Secondo alcuni autorevoli rappresentanti della comunità surfistica globale il nuovo format del Vans Pipe Masters è una cagata pazzesca. Una dichiarazione forte direte voi e noi aggiungiamo anche molto personale. A fare le veci del popolo hawaiano è Koa Rothman, surfista locale che vanta 144mila iscritti al proprio canale YouTube e macina decine di migliaia di views per video. Proprio lui infatti ha innescato la miccia.
La manifestazione classica
Con l’avvento del covid la manifestazione più attesa dell’anno aveva già dovuto subire un cambiamento epocale. Da gara conclusiva del Tour che avrebbe assegnato sia il titolo di campione del mondo che quello del Triple Crown, il Pipe Masters è stato riposizionato nel calendario come gara inaugurale del circuito. Con l’acquisizione da parte di Vans del nome “Pipe Masters” anche la tappa del Tour si chiamerà diversamente. Da quest’anno il primo contest del massimo campionato della WSL figurerà ufficialmente come Pro Pipeline. Scocciato da questa scelta Koa Rothman ha pubblicamente attaccato il nuovo format lamentando anche un palese plagio di Vans che avrebbe copiato un altro evento, il Dahui Backdoor Shootout.
Perché il Vans Pipe Masters somiglia sinistramente al Dahui Backdoor Shootout?
Il Dahui Backdoor Shootout è un contest creato per rendere omaggio alla leggenda Duke Kahanamoku, l’atleta hawaiano plurimedagliato (nel nuoto) alle Olimpiadi che per primo ha portato il surf moderno nel mondo. Il contest è molto spartano e non prevede heat vere e proprie. Gli atleti in gara sono divisi in batterie, ma paradossalmente tutti possono ottenere i punteggi che poi li qualificheranno alla finale che determinerà il campione. Il sorteggio delle heat viene eseguito estraendo un biglietto dal cappello e gli atleti sapranno quando toccherà a loro gareggiare semplicemente controllando un tabellone posto vicino alla spiaggia di Pipe. Indovinate chi sono gli ideatori della gara? La famiglia Rothman.
Format attuale del Vans Pipe Masters
Prendendo spunto dal Dahui, Vans ha mantenuto alcune caratteristiche delle gare di Haleiwa e Sunset che qualificavano all’originale Pipe Masters. Per esempio gli atleti in gara saranno per il 50% di provenienza locale. In questo caso però il vincitore del contest non avrà diritto a qualificarsi al Billabong Pro Pipeline valevole per il circuito WSL. Il sistema delle heat è stato reintrodotto con modalità di estrazione identica al Dahui, ovvero foglietti e cappellino. A differenza del Dahui, gli atleti gareggeranno con una lycra (scelta fatta per rendere i surfers più visibili ai giudici e mossa strategica di marketing). Le heat saranno non-priority e non-eliminatory, quindi nessuno potrà mai avere la precedenza di diritto né esser eliminato dall’evento dopo una sconfitta. La gara si svolge senza limitazioni del campo gara, chiunque può entrare a surfare a Pipe durante l’evento, e più heat si svolgono contemporaneamente. Questo aumenta il coefficiente di difficoltà. Soprattutto se mentre ti stai giocando la possibilità di vincere un cospicuo premio in denaro in acqua c’è Mason Ho, local legend di Pipe. Vedere per credere:
Il buon Mason partecipa al contest, ma quando la sua heat non è ON si lancia comunque alla ricerca dell’onda giusta andando a creare un po’ di diasgio agli altri atleti in gara, anche questa è una tecnica per vincere.
Tutto chiaro? Mmh, non proprio.
Restiamo sul regolamento
Il regolamento come avrete capito non è semplicissimo e si distacca totalmente da quello che tutti gli amanti del contest erano abituati a vedere. Un rapido sondaggio tra gli amici del surf ha portato ad una semplice e banale esclamazione: “Non c’ho capito una sega, te?”. Cerchiamo dunque di riassumerlo e semplificarlo:
1) Gli air valgono più dei tubi. A Pipe un air che vale più di un tubo? Così è stato deciso (con tanto di slogan “The best air wave in the world”)
2) I punteggi vengono validati soltanto se durante la heat vengono utilizzate tavole con shape innovativi o non convenzionali.
3) La gara è divisa in heat da quattro.
4) Ogni atleta prenderà parte a tre heat.
5) Se nella tua heat arrivi ultimo, non sarai eliminato.
6) Vengono prese in considerazione le migliori tre onde del contest.
7) I quattro atleti in gara che avranno ottenuto la somma del punteggio più alto accedono alla finale.
Ma il nuovo format del Vans Pipe Masters è stato davvero una cagata pazzesca?
Se come la WSL i numeri sono l’unica riprova del successo, questa volta lo stravolgimento ha determinato un aumento significativo dell’attenzione mediatica, in barba alle polemiche. Le visualizzazioni dello streaming trasmesso da Vans e WSL marcano un incremento di traffico sostanzioso rispetto ai contest minori che insieme al Pipe Master originale componevano il Triple Crown of Surfing. Personalmente mi trovo in parte d’accordo con Koa, il Pipe Masters per me è rappresentato dalle battaglie tra Andy Irons ed il resto del mondo e la palpitazione derivata dall’assegnazione del titolo all’ultima onda. D’altra parte raramente si vede un contest con un montepremi così alto e con un’esposizione mediatica di tali proporzioni. Il surf sta inseguendo soldi, cuore o portafoglio? Per dovere di cronaca a dividersi il pesante montepremi di 424.000$ sono stati due underdog, Balaram Stack e Molly Picklum, che hanno sbaragliato la concorrenza in finale battendo i più quotati Griffin Colapinto e Carissa Moore. Una gara che alla fine ha visto più tubi che air, almeno in questo Koa ha avuto ragione.