Abbiamo già parlato dell’Africa facendo una classifica di 10 mete di surf inusuali. Non ci siamo però soffermati su un concetto che in realtà può essere determinate per il futuro del surf globale: grazie ad un ragazzo senegalese le sorti del surf in Africa e nel mondo potrebbero cambiare per sempre.
Eppure, direte voi, il Sudafrica è uno dei paesi più forti al mondo dal punto di vista surfistico. Perché allora non sono bastati in questi anni gli atleti sudafricani a spingere la crescita del surf in Africa? La risposta è molto semplice: i sudafricani sono talmente forti rispetto a tutti gli altri atleti africani, che durante le qualifiche regionali dei QS fanno piazza pulita, non c’è storia. In questo modo mettono in ombra gli atleti degli altri paesi, già penalizzati da situazioni economicamente complicate. Questo sistema porta ad un accentramento delle sponsorizzazioni in un solo paese, il Sudafrica, rendendo di fatto la crescita delle altre realtà molto più lenta, se non quasi nulla.
Tolte le iniziative benefiche di Jordy Smith & Mikey February che aiutano i ragazzi dei ghetti sudafricani a farsi strada nella vita tramite il surf, non c’è mai stato un vero e proprio movimento di “colonizzazione del surf” in Africa.
Si c’è il Marocco che è molto vicino all’Europa, ma rimane un paese sempre molto distante dal cuore pulsante del continente nero. Una zona geografica che invece è ricca di onde da scoprire. La Namibia è un altro dei luoghi simbolo del surf in Africa, ma anche in questo caso è troppo decentrata per supportare da sola la crescita del surf e del turismo legato a questo sport. Nonostante sia stato aperto un resort extra lusso di fronte a Skeleton Bay, la destinazione rimane troppo fuori mano per dare impulso allo sviluppo di un movimento locale.
Chi è allora l’eroe d’Africa?
Sta riuscendo a pareggiare tutti i conti un giovane surfista senegalese: Fall Cherif. Il gigante proveniente dal villaggio marittimo di pescatori di N’Gor, situato vicino Dakar e centro nevralgico del surf senegalese, si sta dando parecchio da fare per portare all’attenzione il talento e la passione del popolo africano verso questo sport. Primo surfista professionista in Senegal ed uno dei pochi surfer di colore ad avere un contratto di sponsorizzazione, Fall si sta facendo largo attraverso la giungla del surf mondiale grazie ad una serie di produzioni davvero interessanti.
Billabong, suo sponsor da qualche anno ormai, ha intravisto del potenziale competitivo e commerciale in Fall Cherif rendendolo uno degli atleti di punta del team. In Senegal molti ragazzini stanno imparando e si stanno appassionando a questo sport, Fall è diventato un vero e proprio idolo. Anche Italo Ferreira lo è andato a trovare in Senegal e ha surfato le onde di N’gor insieme a lui. Il surfer brasiliano è rimasto molto entusiasta della passione con la quale i ragazzi senegalesi lo hanno accolto.
“Sono cresciuto in un villaggio simile a questo. Tornare in posti simili mi riporta con i piedi per terra. Capisco quanto sia importante per questi ragazzi avere una figura di riferimento come Fall. Spero che il surf continui a crescere qui, le onde sono divertentissime.”
Italo Ferreira
Ma che influenza può avere tutto questo sul surf africano e mondiale?
La risposta è semplice: nel mondo ci sono sempre più surfisti e c’è sempre più affollamento negli spot. Bali è diventata ormai invivibile, il Centro America pullula di turisti, guardate Messico e Costa Rica. Le spiagge europee tra Francia, Portogallo e Canarie iniziano a far fatica ad accogliere fisicamente tutti i praticanti che le affollano. Senza contare che spesso le condizioni climatiche in Europa non sono delle più favorevoli.
Quale ruolo può dunque giocare l’Africa?
Diciamo che in termini scientifici l’Africa potrebbe fungere come un bacino di sversamento delle acque di una diga. Potrebbe accogliere tutti quei surfisti in esubero che abbiano voglia di surfare onde di qualità con un clima caldo e piacevole durante un quasi tutto l’anno. Cherif ha dato tanta visibilità al Senegal e molti nel mondo stanno realizzando che in Africa le onde ci sono e sono anche di qualità. Decine di menzioni sui maggiori magazine e media di settore stanno convincendo i brand ad investire sui talenti africani.
L’investimento in infrastrutture alberghiere e di collegamento potrebbe essere uno un motivo di sviluppo dei paesi africani che ancora non hanno avuto modo di puntare sul settore turistico. A differenza di Zanzibar, Kenya e Capo Verde che sono stati colonizzati durante la fine degli anni ’90 ed i primi 2000 da diversi tour operator, la maggior parte dei paesi con onde di qualità non ha mai goduto di una vera e propria organizzazione del turismo. Il surf potrebbe essere il tramite perfetto per incentivafre l’economia locale, creando posti di lavoro ed un prospetto di vita da sportivo per centinaia di ragazzini.
Sicuramente Cherif Fall ha acceso la scintilla che potrebbe cambiare radicalmente il futuro del surf mondiale. In Europa si pensa alla costruzione di piscine artificiali per combattere il problema dell’affollamento e della mancanza di onde, ma non potrebbe essere l’Africa la soluzione a tutti i nostri problemi? Siamo sicuri che con il passare degli anni sempre più surfisti si receranno qui per saziare la propria fama di onde. L’Africa è piena di meraviglie ancora da scoprire.