Il lavoro di Albee Layer è un surf edit alla vecchia maniera: per vedere la prima persona parlare in camera dovrete aspettare 34 minuti, praticamente alle porte dei titoli di coda. Si riunisce la Maui Crew, al completo, un gruppetto di amici niente male col surf. Il set è sempre Maui, direi di non aver riconosciuto onde al di fuori dell’isola del vulcano Haleakala: un posto mozzafiato, di cui sarete ancora più innamorati dopo la visione di Rainbows in the rearview. Il docufilm è dedicato a Nancy Meola, mamma di Matt e Lily, passata a miglior vita nel giugno 2020 dopo una lunga battaglia contro il cancro.
Niente scrittura o dialoghi, in Rainbows in the rearview non c’è nulla dello stile da vlog che va tanto di moda (giustamente secondo il mio punto di vista, ndr) ultimamente. Se dovessi scegliere tra questo o quello, sceglierei comunque quello. Però la musica, il surf nudo e crudo, selvaggio come la natura di Maui mi hanno fatto sognare. Dalla caccia ai mostri di Jaws alle rotazioni da mal di testa con vento on-shore e caschetto in testa, tutto il surf che potete desiderare. Colonna sonora travolgente, mi ha caricato a manetta e vorrei adesso, ora, in questo esatto momento uscire a surfare per 5 ore senza sosta.
L’ultima session ad uno slab è l’incarnazione surfista dell’inferno per il 99.9% di quelli capaci su una tavola, mentre nella testa di questi signori scriteriati quell’onda appare come un gioco rischioso ma tutto sommato divertente. Ricordo di un post di Francisco e Niccolò Porcella che secondo me era in quella zona di Maui, verso sud sulla strada 360. Ricordo il colore dell’acqua ed una luce simile. Ecco il post Instagram che mi è venuto alla mente. Che dite, sarà lì?