di Anna Sagnella
Nell’ultimo periodo mi fermo spesso a riflettere su quanto determinati prodotti e processi industriali, ma anche avvenimenti come la pandemia, possano avere influenze negative sull’ambiente.
Al giorno d’oggi l’inquinamento ambientale è automaticamente associato alla plastica che da oltre 50 anni rappresenta il materiale maggiormente impiegato per la fabbricazione di una grande varietà di prodotti, tra cui le tavole da surf.
Leo mi aveva già accennato del fatto che l’industria del surf si stia attivando per cercare di ridurre l’impatto ambientale causato dalla produzione e dallo smaltimento delle tavole. Spinta da una certa curiosità sull’argomento, mi sono fatta spiegare da Leo le diverse possibilità, di cui è a conoscenza, per lo smaltimento delle tavole. Di seguito le riporto in corsivo, affiancate da qualche mio commento.
- Se la spezzi puoi tenerla per ricordo, tipo attestato d’onore. Personalmente con l’aiuto di un bravo designer realizzerei degli oggetti di arredo per la casa, meglio ancora se la casa è al mare.
- Se è vecchia e non la usi perché sta ingiallendo o entra acqua, spesso la lasci a marcire in garage, se è troppo tardi per venderla. Anche in questo caso penserei a degli oggetti di arredo, che ne dite? Guardate ad esempio Fercam cosa ha realizzato con i pallet.
- Raramente ho visto buttare tavole da surf anche vecchie, ma vengono gettate nei secchioni della plastica. Purtroppo anche dove c’è la differenziata, per la complessità dei materiali che le compongono credo che sia davvero difficile riciclare. È più probabile che le tavole vadano a finire in una discarica.
- Vengono regalate ad associazioni benefiche che le portano in Africa o paesi in via di sviluppo dove si inizia a surfare. Anna approva, mi piace questa cosa.
Le tavole da surf appartengano a quelle categorie di prodotti ingombranti che pur non generando in modo continuo un’enorme quantità di rifiuti indifferenziati (come ad esempio le bottiglie e i contenitori di plastica), determinano comunque un impatto negativo sull’ambiente. Il problema non è dovuto tanto all’ingombro per le dimensioni delle tavole, ma alla composizione e alla natura dei materiali impiegati per la loro fabbricazione.
Negli ultimi decenni, per venire incontro alle esigenze dei surfisti in termini di funzionalità e controllo di manovra, il design delle tavole è stato rivoluzionato per consentire la realizzazione di tavole più corte e leggere. Questa rivoluzione ha cambiato la scelta dei materiali di fabbricazione che è passata dal legno ai polimeri derivati del petrolio, ossia le plastiche come il polistirene espanso (EPS), il poliuretano (PU) e le fibre di vetro. Inoltre per ottenere una tavola più idrodinamica, anche la forma è stata adattata con geometrie più evolute. Tutto ciò è stato possibile proprio grazie all’impiego di materiali compositi con aumentate proprietà di leggerezza e flessibilità, di conseguenza l’industria delle tavole da surf è diventata sempre più dipendente dalla plastica.
La produzione dei polimeri plastici è ormai nota per essere tutt’altro che eco-friendly, considerate le elevate quantità di energia richieste e le emissioni di anidride carbonica rilasciate in atmosfera. In un contesto socio-economico che sta andando sempre di più verso la riduzione e/o l’eliminazione della plastica in diversi ambiti produttivi, anche l’industria del surf ha deciso di cambiare nuovamente direzione per focalizzarsi sulla sostenibilità, cercando ovviamente di non perdere quelle caratteristiche di performance che le tavole sono riuscite a raggiungere con i polimeri di natura petrolifera.
Tutto parte innanzitutto dalla ricerca tecnico-scientifica, attiva nello studio e nell’esplorazione delle proprietà meccaniche di materiali alternativi alle plastiche. Un esempio è il sughero, un materiale 100% naturale con capacità che possono essere sfruttate per la costruzione di tavole da surf ecosostenibili:
- Bassa densità. Il sughero presenta una struttura interconnessa, molto simile ad una schiuma, con diversi spazi interni che possono essere riempiti al fine di ottimizzare la resistenza al carico.
- Morbidezza. Grazie ad essa, il sughero può agire da ammortizzatore, aiutando a ridurre le vibrazioni strutturali e l’effetto sbattimento.
- Resistenza all’acqua. In questo modo si può evitare la copertura con fibra di vetro a favore della sostenibilità.
Ad oggi il cosiddetto sughero in pelle può essere impiegato per la costruzione di tavole da surf ecosostenibili se associato ad altri materiali come il legno o la plastica stessa, riducendo in questo modo la quantità di polimeri sintetici utilizzati. Le tavole da surf in pelle di sughero hanno come materiale di base e strutturale un blocco di schiuma, mentre la superficie è ricoperta da un sottile strato bianco di sughero agglomerato. Utilizzando questa tecnologia, la tavole da surf sono ecosostenibili e più leggere.
Altri esempi di soluzioni innovative ed ecosostenibili riguardano la possibilità di poter utilizzare per la struttura schiumosa in PU anche una certa percentuale di oli naturali come quelli di lino e di ricino.
Da segnalare anche un’importante iniziativa, ossia il progetto ECOBOARD, che ha come obiettivo la verifica dei materiali utilizzati e la loro qualifica a “materiali sostenibili” secondo dei criteri specifici. In questo modo alla tavola viene assegnata una sorta di marchio della sostenibilità (ECOBOARD Gold Label o Level One). I criteri qualificanti sono:
- riduzione dell’impronta di carbonio
- utilizzo di materiali rinnovabili, riciclati e/o riciclabili
- uso di materiali e processi produttivi a bassa tossicità
E poi ci sono degli esempi di aziende di tavole da surf ecosostenibili come:
- Eco Evo Surf: ha basato la progettazione e lo sviluppo di tutte le tavole da surf sui tre principi fondamentali dell’economia circolare e della sostenibilità RIDUCI-RIUSA-RICICLA. Pertanto la sua innovazione sostenibile inizia con le tavole da surf grezze EPS composte dal 65% al 25% di materiale riciclato. L’EPS è l’unica schiuma riciclabile utilizzata nelle tavole da surf ad alte prestazioni, a differenza del PU che non è riciclabile. La fibra di vetro è sostituita con la fibra di lino, naturale, biodegradabile e riciclabile con caratteristiche tecniche simili alla fibra di vetro, ma un’impronta di carbonio molto più bassa. Il longherone è realizzato in fibra di basalto, un materiale innovativo costituito da una roccia fusa vulcanica dura e densa, con importanti caratteristiche: resistenza ai raggi UV, proprietà smorzante in grado di ridurre le vibrazioni, forte protezione dagli urti, elevata resistenza alla trazione, maggiore flessione del carbonio. Per i processi di laminazione viene utilizzata una resina epossidica 100% da fonti rinnovabili, priva di solventi tossici e bisfenoli, stabile ai raggi UV, estremamente dura.
- Otter Surfboards: più di un produttore di tavole ecosostenibili e costruite secondo i canoni della falegnameria tradizionale, Otter dal 2010 organizza dei workshop per avvicinare i surfisti al mondo delle tavole in legno. Per adesso, si legge sul sito, sono più di 200 le persone che hanno scelto di vivere quest’esperienza nella sede di Otter in Cornovaglia: produrre una tavola dall’inizio alla fine, con legno locale e metodi da maestri d’ascia.
- ERTHA: produce tavole in legno grazie alla combinazione di processi altamente avanzati e la conoscenza artigianale dei falegnami locali. La produzione delle tavole avviene esclusivamente mediante l’impiego di materie prime rinnovabili e/o riciclate e processi industriali sviluppati a vantaggio della sostenibilità, come ad esempio il riutilizzo dei loro stessi scarti di fabbricazione.
- Polyola: ha sviluppato il primo PU bianco costituito per il 100% da materiali riciclati e riciclabile a sua volta al 100%. Il loro sistema produttivo si basa infatti su un modello di economia circolare: le tavole rotte o non più utilizzate vengono raccolte ed immesse in un sistema di riciclo realizzato dall’azienda stessa, il materiale riciclato viene utilizzato per la produzione del bianco mediante il processo di colatura, successivamente modellato per la creazione di una nuova tavola.
Riferimenti bibliografici.
- Correira et al. Expanded (Black) Cork for the Development of an Eco-Friendly Surfboard: Environmental Impact and Mechanical Properties Sustainability 2022, 14, 668. https://doi.org/10.3390/su14020668
- Gibson, C. & Warren, A. (2017). Surfboard making and environmental sustainability: New materials and regulations, subcultural norms and economic constraints. In G. Borne & J. Ponting (Eds.), Sustainable Surfing (pp. 87-103). Abingdon, United Kingdom:Routledge.