Non esiste uno sport in cui si possa migliorare senza allenarsi con costanza. Il surf non fa eccezione ed ha una variabile significativa rispetto agli altri sport: la dipendenza dalle condizioni meteo marine. La mancanza di onde obbliga i surfisti italiani a trovare delle alternative per tenersi in forma, ma la difficoltà principale non è rappresentata dalla preparazione fisica. Un surfista infatti deve mantenere allenato anche il piede. Come avrete notato, ogni volta che rientrate in mare dopo un lungo stop fate fatica a ritrovare la sensibilità sulla tavola. Esiste un modo per compensare la mancanza di onde?
Surfskate
Abbiamo già affrontato l’argomento in passato con un’intervista a tre coach. Il surfskate può essere un mezzo molto utile per mantenere allenate le gambe e per non perdere la fluidità dei movimenti in acqua. Possiamo lavorare a secco sulle posizioni di braccia, testa e busto che sono fondamentali per la corretta esecuzione della manovre. Tuttavia bisogna prestare attenzione e non viziarsi troppo, altrimenti si andranno ad effettuare movimenti troppo scattosi ed esasperati che renderanno il vostro surf poco performante e brutto da vedere. Ricordatevi che le manovre vanno fatte in una sezione specifica dell’onda e non sulla parte piatta e moscia.
Valutazione: Buono. Da utilizzare con cognizione di causa, può essere un’utile integrazione ad altri allenamenti per il surf più completi.
Wavepool
Altro elemento che divide i popoli. Costruzioni utili o dispendiosi parchi giochi per surfisti viziati? L’abbiamo provata più e più volte (qui la guida allo spot). Molti amici l’hanno testata e possiamo dire che la realizzazione di una piscina nel nostro paese risolverebbe buona parte dei problemi di astinenza che ci affliggono. Combinata ad un programma a secco e ad una buona alternanza con le session in mare, la wavepool può essere un ottimo rimedio. Sicuramente è il sistema di allenamento più vicino al surf reale e con le nuove tecnologie le onde artificiali replicano sempre più fedelmente la varietà che si può incontrare in mare. Ovviamente c’è un grosso particolare da tenere in considerazione, l’acqua delle piscine è dolce e questo cambia drasticamente il galleggiamento della tavola. Abbiamo visto come i surfisti professionisti non sentano differenza tra mare e piscina, anzi, hanno spinto le manovre ad un gradino ancora più alto, specialmente negli air. Molti surfisti italiani, anche esperti, hanno fatto invece un pò fatica ad ambientarsi per trovare il giusto assetto e capire la lettura dell’onda.
Valutazione: Ottima. Da utilizzare con moderazione e ben alternata al surf in mare. Se siete surfisti giovani o che ambiscono ad una carriera da agonisti, non è fondamentale integrarla nel vostro piano di allenamenti per il surf. Meglio piuttosto investire in un viaggio. Considerati la spesa elevata, un paio di giorni qui vi costeranno quanto una settimana sull’oceano.
Surfpool
Altra tipologia di onda artificiale ma che sfrutta una tecnologia differente, ovvero quella dell’ Hydraulic Jump. Come abbiamo potuto vedere durante il No Surf Setz Pro che abbiamo organizzato nella struttura di Wakeparadise Milano, la piscina elaborata e prodotta da UNIT, è una via di mezzo tra il surf ed il surfskate. Super allenante per la resistenza delle gambe, prima di fraternizzare con la piscina ci vogliono almeno un paio di session. Il metodo di funzionamento è opposto a quello delle onde del mare, il flusso motorio infatti è frontale e non posteriore. Il posizionamento in cutback, curve o air è lo stesso del surf da onda tradizionale. L’approccio alla realizzazione della manovra però è diverso: scordatevi il bottom turn, nella wakepool bisogna tenere le linee alte.
Valutazione: Valido. Un ottimo allenamento per prendere confidenza con la disciplina o raffinare determinate combinazioni di manovre. Da sola non vi cambierà la vita, ma funziona se integrata con un programma di allenamenti per il surf più completo.
Allenamento a secco / in palestra / in piscina
Come in ogni sport il dispendio fisico è alla base di tutto. Allenare fiato e corpo è fondamentale e la palestra, seguendo un programma specifico, può essere un buon modo per arrivare preparati in acqua. Anche lo yoga può esservi d’aiuto, specialmente nei movimenti, nell’elasticità e nel recupero. La piscina invece diventa elemento centrale per aumentare resistenza ed acquaticità. Ne abbiamo parlato approfonditamente di recente in un podcast con Andrea Lamorte.
Valutazione: Fondamentale. Senza tanti giri di parole.
Viaggi all’estero
La soluzione ad ogni problema è ovviamente la più scontata. Viaggiare all’estero per chi ha tempo è l’unico modo per progredire in modo signficativo. Surfare sempre, anche nelle condizioni di mare più disperate è l’unica via per migliorarsi. Come detto di recente, non occorre scappare lontano, un paio di giorni sull’oceano possono bastare per mantenervi allenati e preparati per le sporadiche session mediterranee.