Questa piccola guida è stata scritta per aiutarti nel difficile compito di scegliere una tavola da surf. Si potrebbero spendere fiumi di parole al riguardo, l’argomento è vastissimo, ma alla precisione estrema e puntigliosa preferiamo una sintesi accurata e soprattutto accessibile a tutti, che è frutto di quasi 15 anni di esperienza, studio e confronto con atleti e costruttori ben più preparati e competenti del sottoscritto.
Partiamo da un concetto fondamentale: è vero che per ogni onda esiste una tavola da surf. Non possiamo purtroppo avere tante tavole quante le onde che incontriamo nella nostra vita di appassionati viaggiatori, ma possiamo certamente domandarci: ha senso comprare questa tavola da surf x se l’80% delle volte surfo vicino a casa una tipologia di onda y? Me lo sono chiesto di recente, ora che i 30 anni insieme a qualche capello bianco mi hanno regalato un briciolo di consapevolezza in più, e sono giunto alla conclusione che almeno una volta su tre compriamo tavole da surf per sfizio, perché farlo ci fa sentire meglio – e va benissimo così. Al momento ho 13 tavole da surf in garage (una è in vendita peraltro, se può interessare), quindi sono l’ultima persona a poter parlare. Ma la consapevolezza come dice Tedua è il metro di misura della coscienza, quindi io so in coscienza di non aver investito in qualcosa di veramente utile, ma di aver speso soldi per regalarmi dei momenti di gioia effimera.
Riassumendo abbiamo individuato 7 step fondamentali da affrontare per scegliere una tavola da surf realmente adatta alle tue esigenze:
- Fai un’autovalutazione consapevole e severa del tuo livello.
- Tieni in dovuta considerazione la tua corporatura (peso e altezza).
- Pensa attentamente alle onde che ti aspetti di surfare.
- Ora hai gli elementi per scegliere la lunghezza della tavola.
- Successivamente concentrati su larghezza e spessore.
- E non sottovalutare la forma della tavola, soprattutto del tail.
- Ultimo ma non meno importante: considera il materiale di costruzione.
1) Fai un’autovalutazione consapevole e severa del tuo livello
L’aggettivo “severa” indica che è meglio sottovalutarsi che sovrastimare le proprie capacità in acqua. Per avere un giudizio imparziale è sempre importante chiedere anche il cosiddetto aiuto da casa, il parere di un occhio esterno più esperto: chi inizia a surfare senza un istruttore o un amico con più anni di surf alle spalle? Se hai cominciato completamente per conto tuo, la strada potrebbe essere in salita.
2) Tieni in dovuta considerazione la tua corporatura
Questo consiglio vale soprattutto se sei nell’area che supera gli 85 chili e/o intorno al metro e novanta. Prendiamo come esempio il nostro caro amico Roby, Robertino D’Amico, che tanto “ino” non è. Per lui che pesa 88kg è normale surfare tavole larghe 20 pollici e spesse almeno 2 pollici e mezzo. Roby però nella vita di lavoro fa il surfista, ha la tavola incollata sottobraccio da quando era un bambino. Va da sé che una persona che pesa 88kg e surfa due, tre volte al mese dovrà sicuramente scegliere una tavola da surf più larga, spessa e voluminosa di una persona col suo stesso livello ma più esile. Per fortuna la smania di surfare tavole super strette, fine e tirate si è sgonfiata negli anni, ma non vergognatevi di comprare una tavola con forme apparentemente più morbide per agevolare la vostra surfata. Un altro spunto interessante ce lo offre JS Surfboards, storico brand di tavole high-performance sviluppate in Australia da Jason Stevenson. Per molti dei suoi modelli JS propone una tabella di misure “Easy Rider”, pensate appositamente per chi, cito testualmente dal sito, “ha a che fare con infortuni, una condizione fisica non eccellente e tanti impegni di lavoro da rispettare”. JS in maniera furba dice di aver lavorato alla linea “Easy Rider” con campioni come Joel Parkinson e Mark Occhilupo, che appena la lycra al chiodo volevano comunque continuare a surfare duro ma lasciandosi un po’ andare sul fronte della forma fisica.
3) Pensa attentamente alle onde che ti aspetti di surfare
E qui casca l’asino. Se stai leggendo questo articolo, è molto probabile che tu viva in Italia. Se vivi in Italia le onde che dovresti aspettarti di surfare sono mediamente corte, choppate e mosce. A meno che tu non viva in Sardegna, ma se fossi sardo/a mi diresti che la Sardegna non è Italia. Beh comunque, non perdiamo il filo del discorso. Purtroppo non tutte le tavole che vediamo promuovere dai nostri brand preferiti su Instagram sono adatte all’Italia, anzi direi che la maggior parte non lo sono. Anche a me fa gola l’ultima nata di Channel Islands testata dai fratelli Gudauskas in Messico, però prima di spendere 800€ dovrei uscire dall’ipnosi e realizzare che Barra da Cruz non è Banzai, per quanto siano entrambe onde destre (e per quanto Banzai sia un’onda a mio giudizio super divertente e formativa). La categoria di tavole ideale per surfare in Italia se hai già un buon livello sono i cosiddetti groveler, che sono degli shortboard un po’ più larghi e un po’ più corti, tavole che performano anche in condizioni di mare piccolo e moscio. Se sei pronto/a a lasciare il tuo spugnone, prova con un ibrido. Riceviamo tante richieste in DM e consigliamo sempre la linea di tavole INDIO, soprattutto i modelli The Egg, Swirl e Mid Lenght.
4) Ora hai gli elementi per scegliere la lunghezza della tavola
Ora che ci siamo guardati dentro per capire chi siamo, quanto pesiamo e dove surferemo la maggior parte del tempo con questa nuova tavola, è arrivato il momento di iniziare a toccare con mano un po’ di vetroresina. E qui la questione si fa interessante perché entriamo nel campo della filosofia: che tipo di surf vuoi fare? Certo in base al tipo di onde che andremo ad affrontare possiamo già restringere il campo delle possibilità, sarebbe utopistico pensare di fare curvoni morbidi e larghi con un fishetto retrò in Versilia. Certo, può capitare, ma la normalità è ben altra. Per orientarti nella scelta della lunghezza di una tavola da surf devi sapere che:
I longboard sono tavole che vanno dagli 8 agli 11 piedi molto galleggianti, stabili e veloci. La condizione ideale per uscire con il longboard è mezzo metro di onda morbido e pulito.
I malibu o minimalibu sono tavole di misura intermedia che oscillano tra i 6.6 e gli 8 piedi. Un malibu è in tutto e per tutto una via di mezzo, il passe-partout per ogni beginner: sufficientemente galleggiante e stabile ma più facile da manovrare di un longboard.
Gli shortboard sono tavole rapide, sensibili e poco galleggianti di una lunghezza pari o inferiore a 6.6 piedi. Per utilizzare uno shortboard, che tutti in italiano chiamano tavoletta, è richiesto un livello intermedio o avanzato. Per divertirsi in tavoletta servono onde ben formate, con spinta e ripide.
5) Successivamente concentrati sul larghezza e spessore
Ho detto larghezza e spessore, non litri. La prima cosa che tutti fanno per pigrizia o mancanza di (in)formazione è chiedere: quanti litri ha questa tavola? Il litraggio non è un’informazione esaustiva, perché non conta quanti litri abbia una tavola ma come sono distribuiti, cosa che possiamo capire soltanto studiando la forma della tavola da surf. Larghezza e spessore si misurano in pollici, sulle tavole viene trascritta la misura del punto di massima larghezza e del punto di massimo spessore.
6) E non sottovalutare la forma della tavola, soprattutto del tail
Qui ci ricolleghiamo ai due punti precedenti, perché è chiaro che ogni tipologia (longboard, malibu, shortboard) di tavola chiami una certa forma. Così come abbiamo detto che non contano tanto i litri, ma piuttosto come sono distribuiti. Vorrei metterti in guardia sulla differenza gigantesca che il taglio del tail può fare sulla resa di una tavola da surf. Anche qui per non dilungarci troppo, presento soltanto le tipologie fondamentali di tail:
Lo squash tail è il tail più diffuso al mondo. Adatto alle tavolette, dona stabilità e reattività alla tavola, rendendola rapida nei cambi di direzione. Lo squash tail eccelle in condizioni di onde che variano dai 50 centimetri ai 2 metri.
Il round tail è ancora un tail facile da manovrare ma richiede maggior velocità e soprattutto eccelle in condizioni critiche, con onde scavate e ripide. Il round tail viene disegnato su tavole che si utilizzano nei tubi.
Lo swallow tail può essere facilmente confuso col fish tail ma in realtà è progettato per un utilizzo diverso, offre stabilità, controllo ed accompagna la transizione rail-to-rail. Filipe Toledo ha riportato in auge lo swallow tail.
Il pin tail anche se nato prima somiglia al round tail, ma è più accentuato. Tecnicamente questo tipo di coda evita che la parte posteriore della tavola da surf si stacchi dall’acqua, alzandosi sopra la superficie. Una tavola con pin tail ha capacità di movimento limitata, non è utilizzabile sulle onde piccole perché frena anche durante la remata. Il pin tail viene utilizzato sui gun, tavole da big wave.
Il fish tail nasce nel 1967 in California e la leggenda vuole che sia nato quasi per caso: Steve Lis, shaper di San Diego, lavorò un longboard spezzato fino a tirarne fuori un kneeboard di circa 4 piedi, piatto e largo, con il caratteristico fish tail. Il fish aumenta la superficie della tavola, garantisce molto drive nella surfata, tiene la velocità ma vuole linee morbide e curve larghe. Solitamente viene surfato twin fin, con due pinne gemelle posizionate lateralmente.
7) Ultimo ma non meno importante: considera il materiale di costruzione
Il blank (o pane), cioè l’anima della tavola da surf, può essere fatto di poliuretano (PU) oppure in polistirene (PS). La costruzione tradizionale e ancora oggi più utilizzata è il PU, quindi un pane di poliuretano rafforzato e reso impermeabile da fogli di vetroresina e qualche mano di resina di poliestere. La costruzione più recente (PS/EPS) prevede che intorno al pane in polistirene sia applicato un cappotto di resina epossilica. Il processo è lo stesso, la tavole alla vista sono simili (noterai che il bianco di una tavola in epoxy è più trasparente e lucido, nel PU è più opaco), ma il comportamento delle due in acqua è molto diverso. Vediamo come.
Le tavole da surf in PU sono più pesanti e di conseguenza rimangono più attaccate alla faccia dell’onda e soffrono meno condizioni di mare ventoso e choppato. È più facile incidere nelle curve e tenere una linea. La solidità della tavola dipende da quante fogli di vetroresina vengono stesi sul bottom e sul deck della tavola: una resinatura più leggera rende la tavola più veloce ma meno resistente, una resinatura più pesante la renderà più resistente (meno bozzi da ginocchiate e tallonate) ma più lenta.
Le tavole da surf in EPS o epoxy sono più leggere, nervose e galleggianti. Le performance delle tavole in epoxy, che eccellono nelle onde piccole e mosce, possono essere inficiate da condizioni di mare ventoso e choppato. È più difficile incidere nelle curve coi rail ma per via della maggior galleggiabilità, una tavola in epoxy oltre ad aiutarti a superare sezioni con poca potenza ti permette di andare dritto verso il lip più facilmente. La solidità delle tavole in epoxy dipende molto dalla singola tecnologia che ogni top brand ha sviluppato negli anni: Inn-Ca di Pukas, LightSpeed di Lost, Spine Tek di Channel Islands e via dicendo. Solitamente le tavole in epoxy non si abbozzano come quelle in PU.