La quarta tappa della WSL si è appena conclusa a Bells Beach, a suonare la campana è stato Felipe Toledo che ha avuto la meglio contro la sorpresa di tappa Callum Robson. Toledo conquista vittoria e yellow jersey, la lycra gialla indossata esclusivamente dal leader della classifica mondiale. A risuonare nelle orecchie dei surfisti del tour però non è solo la campana di Bells: c’è un ronzio fastidioso che molti non si aspettavano di dover ascoltare. Stiamo parlando del mid season cut.
Come saprete negli ultimi due anni, per svariate ragioni anche la WSL ha effettuato molti cambiamenti all’interno della sua struttura. Prima su tutte l’assegnazione del titolo che non è più conquistato direttamente tramite il campionato, ma con delle finali a cui accedono i primi cinque in classifica della regular season. Gli atleti hanno accolto questa novità con un discreto entusiasmo. La scelta che ha lasciato perplessi o che comunque sta iniziando ad infastidire alcuni atleti è proprio quella del mid season cut. Il taglio di metà stagione.
Come funziona?
Molto semplice: alla fine della quinta tappa di circuito i primi 22 in classifica continuano il Tour, tutti gli altri retrocedono e accedono d’ufficio al Challenger Series. Il Challenger Series un nuovo QS istituito nel finale del 2020, vi partecipano tutti i migliori atleti dei QS regionali, che si sfidano per entrare nel WCT. Sembra complicato è vero.
Partiamo dal basso: QS regionale (del quale abbiamo analizzato in un precedente articolo delle disparità tra continenti) si qualificano un certo numero di atleti per continente che vengono ammessi al Challenger Series.
Challenger Series: un mini tour composto da 8 tappe totali dove ritroviamo alcune gare storiche tagliate dal CT, come il Pro France di Hossegor. Gli atleti, a discrezione personale, possono partecipare a tutte e 8 le tappe ma verrano considerati solo i 5 migliori risultati. Possono partecipare anche gli atleti del CT non retrocessi, il che aumenta nettamente la competizione. I primi 10 atleti in classifica che non siano già nel CT si qualificano al Tour.
Pro:
Quali sono i pro di questo nuovo format varato dalla WSL? In primis il sistema di qualificazione assume un valore molto più alto, l’interesse da parte del pubblico è più forte ed il tasso tecnico si alza notevolmente permettendo anche agli atleti di seconda fascia di confrontarsi con atleti top e di conseguenza di migliorarsi.
Il sistema è più meritocratico e meno elitario, viene data la possibilità a più atleti di giocarsi la qualificazione. Aumenta nettamente anche la competitività. Un esempio lampante sono il 33esimo posto di Conner Coffin (finito 5° l’anno scorso), che salvo un exploit incredibile a Margaret River dovrà ripartire dal CS. Anche Jordy Smith rischia di scivolare clamorosamente se non farà un buon risultato. Situazione complicata anche per il nostro Leo Fioravanti, che si trova in una lotta serratissima con altri atleti dalla quale sembra difficile riuscire ad uscire.
Leo post gara ha comunque affermato che nel caso non dovesse riuscire a qualificarsi alla seconda parte del Tour, ripartirà senza problemi dal Challenger Series. Come ha affermato ad inizio stagione, è favorevole a questo nuovo format. Proprio lui però insieme ad altri partecipanti del CT, come svelato da Stab, ha firmato una petizione per abolire il taglio di metà stagione. Tra i nomi illustri figurano Conner Coffin, Italo Ferreira, Carissa Moore, Kanoa Igarashi e Toledo. Kelly Slater e John John invece si sono rifiutati di firmarla. Come affermato dall’amministratore delegato della WSL, gli atleti hanno firmato un contratto conoscendo le caratteristiche del nuovo CT. La petizione dunque non verrà presa in considerazione.
Un altro pro del nuovo format è che verranno saltati di netto l’inutile Round 1, che non prevede eliminazioni, ed il Round 2, che fa fuori 4 atleti su 12 coinvolti. Uno snellimento di heat che darà all’organizzazione anche più tempo per decidere se chiamare o meno la gara, evitando di dover far svolgere il contest con condizioni mediocri.
Contro
Come tutte le decisioni che portano cambiamenti all’interno di meccanismi ben rodati, il primo impatto della novità spesso è spiazzante e crea malumori. Il pubblico non sembra molto favorevole alla scelta di far fuori il 33% degli atleti del Tour, soprattutto dopo aver già imposto un cambio radicale di assegnazione del titolo e dopo aver spostato Pipeline da tappa conclusiva a tappa inaugurale.
Di certo le tappe migliori (escludendo Pipe) confermate dalla WSL sono tutte nella seconda metà del campionato mondiale: G-Land, Jbay, Teahupo’o (le tre tappe più apprezzate) e a completare la lista la nuova entrata El Salvador e la sempre criticata Rio de Janeiro.
Altro contro è che non viene premiata la continuità ma la performance. 5 tappe. Dentro o fuori. Da considerare inoltre che ben 2 wildcard dopo gli ottimi risultati delle prime gare saranno confermati nel CT. Stiamo parlando di Barron Mamyia, terzo nel ranking e Caio Ibelli, che è settimo. Questo fattore ha contribuito ad aumentare ancora di più la tensione e la competizione tra nomi grossi dell’élite del surf mondiale.