Gianmarco Pollacchi è uno dei migliori aerialist d’Italia. Sarebbe sufficiente quest’affermazione difficilmente confutabile per motivare la scelta del 15° ospite del Primetime Show del Tuttologic Surf Podcast, la nostra prima serata. In realtà pensiamo di averci messo più del dovuto ad invitarlo perché, lo diciamo senza timore, ci siamo preoccupati finora di non dare adito a discorsi del tipo “uno dei due soci di TLS è Tommaso Pardini, lui e Pollacchi sono sempre insieme, allora ecco che se la cantano e se la suonano tra di loro”. Troppe polemiche di recente intorno al nome di Gianmarco, persona schiva e taciturna a dispetto di un aspetto esteriore ricercato e mai banale.
Ogni volta che scrivo le domande per prepararmi ad un podcast penso prima alla persona, poi al surfista. Di Gianmarco Pollacchi è interessante questa dicotomia tra l’essere umile ed introverso e l’apparire che chiama attenzioni e comunica mille significati. Abbiamo parlato tanto della sua passione per la moda, della conoscenza casuale maturata poi in amicizia con un’icona della urban culture come Marcelo Burlon, del trasporto con cui il goofy versiliese osserva sfilate e nuove collezioni d’abbigliamento. Finalmente ho avuto l’interlocutore giusto per intavolare un discorso sul quale mi arrovello da tempo: perché la rivoluzione culturale dello streetwear non ha trovato sponda nel surf come nello skate? Il surf ha apertamente ispirato gli anni del fenomeno Abercrombie, rimanendo ai margini nella conquista all’alta moda completata da Off-White ed i suoi figli.
Una vita alla ricerca mai ossessiva ma ragionata dello stile da rappresentare per strada come in acqua, Gianmarco Pollacchi cercando di spiegarmi cosa sia per lui lo stile nel surf ha detto diverse cose e qualche nome. Siccome entrambi eravamo dell’avviso che alcuni gesti ammirati possano trasmettere più di mille parole, ne approfitto per farvi vedere Jai Glindeman.
Ogni tanto ci provo a chiedere a chi lo sa fare se può spiegarci come abbia imparato a staccare degli aerial, a chi non piacerebbe riuscirci? Da persona che pratica diversi sport da diverso tempo mi aspetto di avere risposte basate su sensazioni personali poco utili alla pluralità, però non mi arrendo e persevero anche nell’interesse, spero, di chi ascolta. Dal gesto tecnico in sé con Gianmarco abbiamo presto spostato l’attenzione sulla tavola giusta per imparare le manovre aeree.
Un altro passaggio cruciale dell’intervista si è svolto attorno al ruolo che Gianmarco sta avendo negli ultimi anni nei confronti della nuova generazione di surfisti versiliesi. Nello spazio di pochi chilometri di costa sono cresciuti Francesco Lazzarini, Filippo Marullo e Brando Giovannoni. Per Brando in particolare Giammà è un fratello maggiore, i due sono inseparabili e se ci aggiungi anche il nostro amico Tommaso, hai la garanzia di session competitive e materiale di prima qualità.