Da ragazzini Filippo Eschiti e Giovanni Evangelisti giocavano a calcio. Sono cresciuti con le ginocchia sbucciate correndo per dei campi di pozzolana, non saltando da un aereo all’altro al seguito di un surf coach di nome Etienne, Jake o Joao. Pippo e Giò sono la classe operaia che va in paradiso con un surf costruito sulle ali della passione. Non sono dei pro e non c’hanno nemmeno mai pensato. L’unica cosa che contava, allora come adesso, era portare a casa una session nelle pause dalla vita reale. E pazienza se poi a lavoro ci vai stanco e salato, con la pelle che tira e gli occhi pesanti. Come dice sempre un mio caro amico, “dammi un’altra sveglia alle 5 e vedrai che in ufficio ci vado col sorriso”. A voi i maggiori esponenti del surf operaio nazionale.