È fuori da un paio di giorni la prima parte del vlog di Leonardo Fioravanti dal Messico, l’esordio dal Championship Tour con il nuovo filmer e compagno di viaggio: Tommaso Geraci. Tanto surf ed alcuni retroscena da svelare. Di Leonardo e con Leonardo abbiamo parlato lungamente durante la stagione, ma nessuno meglio di chi ha la possibilità di seguirlo h24 può aiutarci a fotografare l’indole più vera di Leo Fioravanti. Con l’occasione dell’uscita del vlog, abbiamo raggiunto Tommaso Geraci per una chiacchierata davvero sbottonata sulla sua esperienza in Messico al fianco del #46 del Championship Tour.
Ne ho parlato nel podcast, più volte, Leo Fioravanti è sempre sicuro di sé: nel bene o nel male ti dirà di sentirsi in forma e pronto a vincere. Tommaso conferma: “Sì è così, rimane positivo in ogni situazione”. Ma allora stavolta non hai notato nulla di diverso? Ti aspettavi che sarebbe andata così bene? “Vorrei raccontarti qualche dettaglio ma no, non ho notato nulla di diverso dal solito: Leonardo è imperturbabile, conta sul suo surf e potete capire perché. Anche se…”. Anche se cosa? Spara. Il filmer romano non si tira indietro: “Forse non dovrei dirtelo ma prima della gara vedevo diversi surfisti più in forma di Leo. Poi è iniziato il contest e si è accesa la luce, ha fatto un salto in avanti impressionante”.
Vlog di gara: cronaca non arte
Passo poi a chiedergli della scelta delle riprese, imbeccato dal nostro Tommaso, Pardini, che mi ha fatto notare quanto cambino angoli e stile di filming nei reportage dalle gare. Tommy Geraci risponde: “Leonardo è un’atleta professionista, quando è in periodo di gara io devo seguire i suoi ritmi. È impensabile immaginare di non far cronaca, mi devo adattare a quello che succede. Per fare delle riprese più studiate l’atleta deve mettersi a completa disposizione, altrimenti non ha senso”. Quindi c’è una soluzione? “Trovare un equilibrio, come in tutto. Sto provando a conciliare il mio lavoro con l’obiettivo primario di tutto il team, che è far vincere Leo. Spero di riuscire con l’esperienza a far video sempre più piacevoli, anche a queste condizioni”. Essere invisibile in questi casi diventa una gran dote, capisco da quanto spiega Tommaso.
Oltre al gusto, al talento nel trasmettere attraverso un’immagine, incide in maniera decisiva sulla resa del prodotto finale l’attrezzatura. Ma in fondo conta più esser bravi oppure avere un’ottima attrezzatura? “Difficile rispondere ma ho un’idea rispetto a quello che ho visto finora: nelle situazioni più estreme l’attrezzatura ti salva, semplifica tantissimo il lavoro. Quando invece capita che hai 1 mese per girare 2 minuti di video puoi permetterti di fare delle finezze, anche con strumenti meno potenti”. Ultimamente Tommaso ha nettamente ampliato il suo parco macchine, aggiungendo elementi che abbiamo visto nelle sue storie Instagram. Avrà avuto degli input da Leo? Glielo chiediamo: “Se ci pensi Leonardo lavora con filmer da quando aveva 10 anni, quindi ormai ha una certa esperienza. Con lui si può parlare di cose tecniche ma le scelte sono mie, questa parte rientra totalmente nelle mie competenze”.
In acqua con le tavole di Rio
Il lavoro prima di tutto, ma c’è stato spazio anche per qualche momento di svago: “Sono riuscito a surfare 2/3 volte, il Messico è veramente epico. Purtroppo avevo le tavole di Leo che sono tavole super ma un po’ grandi per me…mi sono dovuto adattare, ho surfato senza spingere troppo e godendomi le onde”. Nella seconda parte del viaggio in Messico Tommaso Geraci ha seguito il team Quiksilver, stringendo amicizia con alcuni di quei ragazzi che fino a qualche mese fa poteva ammirare soltanto via Instagram. Emozionante? “Sì, sicuramente sì ma alla fine sono ragazzi come noi. Si è subito creato un bel feeling, ho parlato tanto con Jesse Mendes che è una persona squisita. Stessa cosa devo dire di Jadson Andre, mentre i suoi celebri connazionali Italo e Gabriel stanno molto sulle loro. Pensa che Rio Waida mi ha perfino prestato le sue tavole, perché fisicamente siamo simili. Mi sono divertito”.