Tra brand emergenti e grandi classici, scegliere la muta per l’inverno in arrivo è sempre un bel dilemma. Rimanere al caldo durante i mesi freddi avrà un costo elevato, un discorso che forse avrete già sentito ai telegiornali. Lì si parlava di gas e termosifoni, noi ci preoccupiamo delle session in mare ma la sostanza non cambia: vista la scarsa reperibilità di materiali come ad esempio il neoprene, preparatevi ad una decisa maggiorazione dei prezzi. Vi proponiamo le nostre 5 prime scelte per rimanere al caldo durante le mareggiate dell’inverno mediterraneo.
Premettiamo che il neoprene, principale elemento nell’assemblaggio di muta, viene realizzato da sole due aziende al mondo. Esatto, tutte le mute da surf e non utilizzano gli stessi rulli di tessuto perché la produzione è praticamente monopolizzata. Con le norme di sostenibilità che pendono come una spada di Damocle sulla testa dei produttori, tutti i grandi brand sono stati costretti a rivolgersi ad Aqua, azienda che ha sviluppato solventi per termosaldare le mute a basso impatto ambientale. Sempre parlando di ecologia, i vari Limestone e Geoprene sono mescole meno inquinanti ma comunque sempre prodotti da Sheico o Yamamoto. Anche il rivestimento interno che sembra fatto di pile, quel materiale che vi dona calore extra, è un brevetto di proprietà della solita Sheico.
E allora qual è la differenza tra i brand di mute da surf?
Constatato che i materiali sono identici e che alcuni brand appartengono agli stessi grandi gruppi corporate (ad esempio Boardriders ingloba Quiksilver, Billabong, RVCA) la differenza tra le mute da surf è marcata soltanto da design, scala taglie e stabilimento di produzione. Le mute prodotte in larga scala vengono da fabbriche in Cina o Thailandia, quelle più artigianali e curate nei dettagli sono assemblate a mano in Corea del Sud o Giappone.
Le mute da surf di maggior qualità sono quelle prodotte con neoprene giapponese Yamamoto. Più elastico, più leggero, più resistente e molto più caro. Il neoprene Yamamoto è fatto interamente di Limestone, un materiale che deriva da rocce, quindi naturale. Una soluzione green alternativa è lo Yulex, una gomma naturale estratta dalle piante e sviluppata in origine da Patagonia. La sua caratteristica principale è quella di essere molto caldo ma a discapito dell’elasticità. Tutti i brand ormai si stanno direzionando sul Limestone con rivestimenti interni di Geoprene o di Warmflight eco velvet, una sorta di pile leggero che ricopre tutta la muta aumentando il calore e riducendo lo spessore.
Abbiamo provato diverse mute da surf comprandole tutte. Pertanto il nostro giudizio non sarà influenzato da favoritismi. Analizzeremo nel dettaglio le 5 mute secondo noi migliori e vi daremo un parere anche sulle altre mute che riteniamo valide nel rapporto qualità prezzo. Le fascia di prezzo presa in considerazione per i paragoni è quella medio-alta, una cifra che vi garantirebbe una muta di qualità. I prezzi sono aumentati molto, le mute che prima si aggiravano sui 300€ adesso costano 400€.
Misure:
Tommy – 191cm, 86kg. Taglia: MT o L
Leo – 180cm, peso 90kg. Taglia: M o LS
Billabong Furnace Comp 4/3mm
Sia io che Leo abbiamo acquistato e provato questa muta in Portogallo. Era freddo ma non così tanto. Con noi avevamo soltanto le 3.2mm oppure una muta con cappuccio. Adesso il prezzo di listino è di 399€, un anno fa l’abbiamo pagata 330€ (grazie alle promozioni del negozio che offriva un 15% di sconto con tessera e la possibilità di accumulare punti da scalare, l’abbiamo pagata veramente poco). Una muta molto elastica, facile e veloce da mettere con un rivestimento interno caldo e poco ingombrante. Non è velocissima ad asciugarsi e ti mantiene caldo per poco più di due ore.
- Elasticità: 7,5
- Calore: 8
- Comodità: 8
- Velocità nell’indossarla: 7,5
- Vestibilità: 9
- Resistenza: 8
- Prezzo: 7,5 (399€)
Quiksilver Highline 4/3mm
Da un bel po’ Quiksilver non era al passo con i tempi nel settore del neoprene, la scorsa stagione però ha realizzato un nuovo tipo di muta molto leggera con un sistema di fodera interna che genera calore grazie al contatto con il corpo e con l’acqua. Minor spessore, più mobilità degli arti e facilità di calzata sono le caratteristiche migliori di questa muta. L’ho provata lo scorso anno, per me che scatto dall’acqua non era il top. Molto leggera, movimenti liberi ma ad ogni duckdive mi entrava acqua (io ne faccio tanti, il 75% in più di un surfista). Dopo circa un’ora e mezzo iniziavo a sentire il freddo. Molto freddo. Devo dire però che per surfare è davvero un’ottima alternativa alla O’Neill Psycho One. Non così elastica ma leggermente più calda e resistente. Anche la vestibilità era eccezionale per me.
- Elasticità: 9
- Calore: 7,5
- Comodità: 9
- Velocità nell’indossare: 8
- Vestibilità: 8
- Resistenza: 7
- Prezzo: 7,5 (400€)
O’Neill Psycho one 4/3mm
Leo ha utilizzato questa muta per diverso tempo, io personalemente ho usato una O’Neill di fascia inferiore per un anno e non mi sono trovato affatto bene. Troppo poco resistente, fredda e forme non adatte al mio corpo. Molti amici invece la utilizzano e dicono che sia la miglior muta che abbiano mai usato. Il parere di Leo è nel mezzo tra il mio e quello degli amici. Muta molto elastica e comoda, per i non freddolosi è perfetta per affrontare l’inverno mediterraneo. Non è troppo resistente, si allarga con l’utilizzo o può tagliarsi facilmente con una roccia o se calzata impropriamente. Nel complesso però a livello di comodità è imbattibile.
- Elasticità: 10
- Calore: 7
- Comodità: 10
- Velocità nell’indossarla 10
- Vestibilità: 8
- Resistenza: 6,5
- Prezzo: 8,5 (389€) si avvicina molto ad un top di gamma per caratteristiche
Zion Yeti Steamer 4/3mm
Brand emergente australiano che produce mute di notevole qualità, con un look minimale e un buon prezzo. Zion ha come arma migliore la capacità di tenervi al caldo. Non il massimo dell’elasticità (sicuramente maggiore di una Patagonia) e una resistenza importante, può essere la soluzione idelae per chi vuole risparmiare qualcosa senza soffrire il fredo. È paragonabile ad una muta Vissla che però costa 50€ in più. Molto meglio di una needessential che costa uguale. C’è anche la variante zippless (elegante ma poco funzionale). La scala taglie è strana, vi consiglio di provarla prima di acquistare.
- Elasticità: 7
- Calore: 9
- Comodità: 8
- Velocità nell’indossarla: 6,5
- Vestibilità: 7
- Resistenza: 8,5
- Prezzo: 8,5 (330€)
Matuse Dante Hydrasilk 4.3mm
Personalmente ritengo che questa sia la miglior muta della lista per rapporto qualità prezzo. Calda, flessibile, resistente, ecologica, leggera e con un prezzo super competitivo. Unica difficoltà? In Europa è molto difficile da trovare nei negozi. In Italia soprattutto, quasi impossibile. Se riuscite a fare in tempo a trovarla, questa è la muta definitiva per l’inverno mediterraneo. Altro piccolo difetto è che veste in maniera strana, quindi facendo riferimento alla dichiarazione precedente, consiglio di provarla per scegliere la taglia più adatta a voi. Realizzata con materiali naturali, non presenta una particolare fodera interna ma rimane comunque calda.
Elasticità: 9
Calore: 9
Comodità: 9
Velocità nell’indossarla: 9
Vestibilità: 7,5
Resistenza: 8
Prezzo: 10 (350€) non è aumentato, qualità pari ad un top di gamma di altri brand.
Altre mute da surf aggiunte fuori-classifica
Deeply – Comode, esteticamente non il top, molto simili alle Billabong perché producono negli stessi stabilimenti, con materiali e design analogo. Meno resistenti, ma comunque un bel prodotto. Valutazione generale: 7,5
Rip Curl- Brand storico che nonostante abbia perseguito diverse strade di innovazione tecnologica negli anni, ha perso un po’ di appeal. Una volta leader nel settore, le mute Rip Curl sono leggermente sopra la fascia di prezzo media ed ancora troppo indietro in fatto di elasticità. Molto calde. Valutazione generale: 7,5
Vissla – Anche qui, stesso discorso di Deeply, ma con costi leggermente più alti. Le top di gamma sono grandi mute, prodotte con neoprene Yamamoto, ma costano 650€ e sono difficili da trovare. Le entry level sono le migliori, per chi inizia a surfare adesso insieme a Billabong sono il cavallo su cui puntare. Valutazione generale: 8
Excel – I prezzi sono alti come la qualità dei prodotti. Dimenticherete la sensazione di ingombro e freddo. Un investimento ottimo per chi surfa tanto e passa molte ore in acqua durante l’inverno. Valutazione generale: 9
Wildsuits & Srfce – Mute discrete, vendono soltanto online, motivo per il quale possono abbattere i costi. Senza infamia e senza lode, materiali buoni e variante Yulex. Prezzi onesti. Non hanno molta varietà di scelta. Valutazione generale: 7
Needessential – Escluso il top di gamma, mute di cartone. Molto belle esteticamente, vanno bene come seconda muta o nelle giornate con sole e caldo e acqua fredda. Tutti gli amici che l’hanno provata mi hanno detto la solita cosa: la 3/2mm fattibile, la 4/3mm non vale il gioco del risparmio. Valutazione generale: 6,5
Volcom – Lo stile si paga. Varianti strane e scala taglie ottima, mai provata ma recensioni positive da parte di chi l’ha fatto. Prezzo un po’ eccessivo. Valutazione generale: 7,5
Hurley – Dopo la dipartita di Nike, Hurley ha fatto fatica a ritrovare credibilità nell’ambiente del surf. Persi i propri atleti di punta, ha scommesso su design sgargianti e molto tecnici. Le mute di per sé non sono male, ma il prezzo è decisamente elevato. Valutazione generale: 7
Manera – Brand francese a conduzione familiare, mute curate e ben rifinite, un team da paura e prezzi ragionevoli. Come mai non è nelle top 5? Impossibili da acquistare. Non si trovano rivenditori sul territorio e il sito della compagnia non ha lo shop online, se scrivete via email vi rispondono di rivolgervi ad un rivenditore locale (che non c’è). Attendiamo che qualcuno inizi a venderle. Voto Generale: 8,5
Patagonia – Se si rompe viene riparata all’infinito senza spese aggiuntive, molto calda ma decisamente ingombrante. Prezzi da boutique. Voto Generale: 7
Speriamo di avervi fornito un quadro ampio e sufficiente ad aiutarvi nella scelta delle vostre mute da surf invernali. Il freddo è alle porte ed il mare sta per risvegliarsi. Noi siamo già pronti per un’altra stagione di “Inverno Mediterraneo”
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