Si apre il sipario sulla mareggiata del “Big Wednesday” con titoloni allarmistici al telegiornale: “Prevista un’ondata di maltempo che porterà freddo e gelo su tutta la penisola, consistenti mareggiate colpiranno le coste tirreniche, la protezione civile sconsiglia di avvicinarsi al mare”. Sì sì, aspetta che andiamo a nasconderci sotto le coperte. Ma neanche per sbaglio, in acqua come c’è il pienone. Ormai nessuno crede più alle palle dei TG, siamo nel 2023.
Come in ogni barzelletta però, c’è sempre un fondo di verità. Questa volta le onde attese sono arrivate davvero, sicuramente non nell’entità prevista dai canali meteo (che lasciatecelo dire, ultimamente di canali ne hanno presi ben pochi), ma che comunque hanno raggiunto una consistenza tale da attirare anche alcuni surfisti di calibro internazionale. Ma andiamo per gradi, a pochi giorni dal capitolo 7 dell’inverno mediterraneo, arriva il capitolo 8. Il grande freddo.
Falsa partenza ma noi ci siamo
I motori a gasolio ci mettono un po’ prima di ingranare e così anche l’ultima mareggiata. Session di riscaldamento a casa – “di riscaldamento”, si fa per dire…il termometro segna 7º. Freddo ma non freddissimo, il vento completamente assente ed il sole che fa cucù dietro alle nuvole ci danno quello sprint in più che ci fa venire voglia di entrare in acqua anche se le onde non sono grandissime.
Lo stile inconfondibile di Alessandro Ponzanelli ci allieta al tramonto mettendo la parola fine ad una giornata carica di aspettative non rispettate. Tipico del surf in Italia e dell’inverno mediterraneo.
La swell è finalmente qui, arrivano i rinforzi
No, non stiamo parlando del surfista basco Gony Zubizzarreta né dell’ex WCT Marlon Lipke, che dopo 12 anni dall’uscita dello storico video “Weekend Warrior” sono tornati a surfare sulle onde protagoniste di quella clip. Parliamo della mareggiata che parte lontanissima, dalle coste andaluse, per arrivare fino a noi. La previsione è da leggenda: sole, periodo lungo, altezza dell’onda consistente. Tutti i requisiti per un Mercoledì da leoni.
Visto di peggio surfato di meglio. Robertone Nazionale è l’MVP di giornata
Le grandi aspettative gonfiate da una previsione che lasciava poco spazio all’immaginazione hanno caricato gli spot fino a farli traboccare di gente. Persone ammassate sulle spalline delle onde in cerca di gloria e abili surfisti che si sono districati tra le boe umane disseminate come ostacoli in stile slalom gigante: ecco la caratteristica principale di questo Mercoledì di surf.
Ad indovinare la mossa questa volta è stato Robertone Nazionale. Early bird call. In acqua con il buio, un’ora abbondante di tubi massicci e poi via dal traffico alla ricerca di qualcosa di veramente wild.
I giovani hanno optato per un’onda meno appariscente ma dal coefficiente di difficoltà davvero alto. Meno tubi ma tante manovre di livello: Brando Giovannoni e Tommaso Pavoni hanno messo in scena un vero e proprio spettacolo. Manovre precise e determinate in condizioni di mare davvero impegnativo, che raramente si vedono nel nostro paese.
Nevischio, grandine, fulmini e poi sole
Su e giù. Poi di nuovo su e poi giù in picchiata. L’ultimo giorno di swell ci ha illuso riprendendosi indietro quasi tutto quello che ci aveva regalato il giorno prima. Clima rigido ed una mattinata che inizia con le cime delle Alpi Apuane completamente innevate. Ma si sa, non c’è freddo che possa far brecciare nel cuore di chi crede. D’altronde l’abbiamo tanto invocato questo inverno mediterraneo, una volta che grandina ed il termometro si avvicina allo zero non ci possiamo lamentare. Se le onde fossero buone non ci sarebbe niente di male a prendere un po’ di freddo, ma questa volta il meteo ci ha giocato un bello scherzetto. Fulmini a raffica, grandinate copiose, venti che cambiano in continuazione ed un mare che sembra non assestarsi mai.
Poi ad un tratto le bandiere si fermano, esce un barlume di sole e per un paio di ore la profezia sembra avverarsi. C’è chi ha già abbandonato la nave tornando a casa e chi invece non ha mai smesso di crederci. Le onde sembrano buone ed i ragazzi battono il record del mondo nel mettersi la muta. Nemmeno il tempo di prendere un paio di set che ricomincia il diluvio. Il vento cambia nuovamente portando via i nostri sogni di gloria. Volto tagliato dal freddo, arti congelati ed aria calda della macchina a palla. È l’ora di tornare a casa. L’inverno mediterraneo è fatto di scelte, spesso condizionate da quella maledetta FOMO.
Questa volta ce ne siamo sbattuti, abbiamo pensato solo a divertirci e una surfata tra amici è sempre un successo.