di Camilla Secchi
“Il surf rende felici”: questo è lo slogan che si legge sul furgoncino della Bonga Surf School, associazione con sede a Porto Ferro, a nord della Sardegna. “Il surf rende felici” è un motto con cui molti e molte di noi sicuramente saranno d’accordo, ma da qualche anno il senso di questa frase ha superato il mero divertimento. Il surf infatti non solo rende felici: il surf è terapia. E lo dice la scienza.
È ormai dal 2015 che la Bonga Surf School si impegna a promuovere il surf come strumento per il benessere fisico e psicosociale. Dalla scorsa stagione, però, nella baia ha preso il via un progetto locale di Surf Therapy per bambini e giovani con disturbo dello spettro autistico. Perché il surf non solo fa bene, ma ha dimostrato di poter aiutare a sviluppare e potenziare alcune delle capacità fondamentali dei bambini affetti dall’autismo. L’attività motoria, il contatto con l’ambiente marino e l’esperienza sociale sono solo alcuni dei fattori che rendono la Surf Therapy una splendida possibilità per fare sport in un ambiente naturale che supporti lo sviluppo delle capacità motorie, sensoriali, psicosociali e cognitive dei giovani coinvolti nel progetto.
Il team della Bonga Surf School, capitanato dal fondatore Marco “Bonga” Pistidda, organizza ormai regolarmente giornate dedicate alla terapia del surf. E la dimostrazione dell’impatto positivo che questa iniziativa ha avuto e sta avendo a livello sociale non si è fatta attendere troppo. Tant’è che là fuori, oltre le frontiere italiane, molte altre realtà hanno cominciato a riconoscere il potenziale della Surf Therapy.
Nasce il progetto europeo SurFedAUT: la surf therapy per combattere l’autismo
Esatto, l’Europa (e non solo) si è accorta dei benefici della terapia del surf. Ma perché venga svolta massimizzando la sua efficacia, garantendone la sicurezza e soprattutto diffondendola, occorre un protocollo. Ed ecco che arriva SurFedAUT.
Il progetto SurFedAUT nasce con l’obiettivo di creare un quadro europeo di sicurezza (ESFA) che promuova l’inclusione e la sostenibilità nei programmi di Surf Therapy dedicati ai bambini con neuro-divergenze. Si tratta di un’iniziativa pionieristica, finanziata dall’Unione Europea e coordinata da un consorzio di scuole di surf, università e ONG europee, che vuole garantire ambienti di surf sicuri e adattati alle esigenze dei partecipanti con neuro-divergenze, promuovendo al contempo una “cultura della prevenzione” tra gli istruttori di surf.
Come? Validando un manuale di buone pratiche nell’ambito della Surf Therapy per assicurarsi che l’attività venga svolta in totale sicurezza, massimizzando al contempo i benefici a favore dei partecipanti. Manuale che viene testato in diverse fasi del progetto, e che sarà poi diramato a livello europeo.
Il progetto può contare sulla collaborazione di partner europei quali Spagna, Olanda, Francia e Portogallo, e coinvolge tappe formative in ogni nazione partecipante, inclusa l’Italia, rappresentata proprio dalla Bonga Surf School. Queste fasi hanno l’obiettivo di testare, appunto, il manuale di buone pratiche. Cadiz ed Ericeira sono state le prime due tappe toccate dal progetto. Presto si volerà a Gran Canaria, poi a L’Aia, nei Paesi Bassi. La tappa italiana si svolgerà proprio nella baia di Porto Ferro. Appuntamento a Biarritz nel 2025 per il resoconto finale.
Ogni paese aderente a SurFedAUT può contare su due figure ambassador, per l’Italia rappresentate da Marco Pistidda ed Emily Gussoni. Insomma, il surf oltre a rendere felici può fare davvero bene, ora ne abbiamo un’ulteriore prova. La Surf Therapy ha dimostrato di poter offrire importanti benefici a bambini e giovani con disturbo dello spettro autistico, aiutandoli a sviluppare capacità motorie e coordinative, abilità sociali, cognitivo-comportamentali e sensoriali, aumentando la fiducia in sé stessi e creando connessione con il mondo naturale.
La Bonga Surf School apripista in Italia
L’enorme potenziale di questa pratica ha portato alla necessità di un protocollo che renda ogni sessione un’esperienza arricchente, in cui la sicurezza e la comprensione delle caratteristiche dei giovani con autismo vengono riconosciute come prioritarie. Per garantire la continuità del progetto e il massimo impatto possibile, l’obiettivo è quello di certificare l’ESFA come standard europeo riconosciuto.
A diffonderlo in Italia ci penserà poi la Bonga Surf School. Un augurio va perciò al successo del progetto e che questo possa significare una possibilità in più per i giovani coinvolti. E che in sempre di più possano beneficiare di questa innovativa forma di terapia: il surf, appunto.