Il 12 Giugno del 2011 i Dallas Mavericks di Dirk Nowitski sconfiggono nelle Finals della NBA i favoritissimi Miami Heat guidati da LeBron James, Dwayne Wade e Chris Bosh. LeBron aveva lasciato Cleveland, la squadra della sua città, per vincere il titolo con Miami. E invece perde al primo tentativo: “Sono rimasto due settimane chiuso in camera, non volevo vedere nessuno”.
Leo Fioravanti mi ha detto una frase simile dopo Bells: “Non voglio chiudermi in camera per qualche giorno per una sconfitta, non posso farci molto se il mio avversario spacca”. Mal digerire le sconfitte è sicuramente una prerogativa dei campioni dello sport, un demone interiore con cui combattere. Combatti finché la pressione non ti schiaccia, impattando sulla bontà delle performance. Allenare la testa conta almeno quanto allenare il fisico, per questo Leo Fioravanti ha anche confessato di lavorare con un mental coach da ormai qualche mese: “Si chiama Stefano Massari, segue anche Matt Berrettini”.
Ovviamente ho sollecitato Leo anche sul tema del mid season cut, il vituperato taglio di metà stagione. Per chi non fosse aggiornato, Tommaso ha spiegato qui il nuovo format. Comunque al rappresentante dell’Italia nel CT il sistema non piace: “E non sono l’unico perché non conosco un surfista che sia d’accordo. Magari qualcuno non è apertamente contro, ma nessuno pensa che sia giusto. La WSL non c’ha mai dato scelta sul cut. Spero soltanto che alle nuove generazioni sia data la possibilità di fare un Tour a 10 tappe”.