di Nik Zanella
I sogni dei surfisti si nutrono di immagini archetipe. Ve ne propongo una: campo largo, tramonto, un’onda frange vuota, taglia la composizione in due, la vegetazione in primo piano racconta il dove e il quando, qualche costruzione umana sulla riva mette la scena in un contesto, cinque puntini su una barca, l’unica presenza umana. Si chiamano line-up shot e costituiscono la parte più poetica della surf art. Dal primo surf magazine nel 1960 ad oggi, generazioni di surfisti sono cresciute sognando su immagini come questa. Al contrario delle foto di azione, concentrate sul gesto ravvicinato, i line-up shot ci danno una visione d’insieme, spesso dall’alto, in cui il contesto, non le manovre, fa la differenza. Parlano del momento di contemplazione che precede il rito, l’ultima occhiata prima di scendere in mare. È un attimo vissuto da pescatori, marinai, migranti fin dalla notte dei tempi, ma che trova ben pochi riscontri nell’arte.
Per la maggior parte delle culture umane, la spiaggia non è un luogo di divertimento. Lungo la costa si lavora, si combatte e spesso si muore, inghiottiti dal mare, senza degna sepoltura. L’amore per la spiaggia è un gusto che abbiamo acquisito solo grazie al Romanticismo a partire dal 1800. Le onde fanno una rara quanto convulsa comparsa in una tela di Claude Monet. William Turner le usa per riempire di pathos i suoi quadri, ma è terrore non estasi. Hanno un momento di gloria con Gustave Corbett, il primo a cogliere nel segno dipingendo con realismo le differenti sezioni dei frangenti, incluso il tubo. E siamo già nel 1870.
Le cose sono diverse in Cina ed è qui che vi porto nel mio secondo trip tra surf art e secret spot ‘verticali’: siamo ad Hangzhou la capitale cinese sotto i gloriosi Song (960 – 1279), lungo le rive del fiume Qiantang, dove rompe l’onda di marea più grande (fino a 5m di altezza) e costante (120 giorni all’anno). Il monte Everest delle onde di marea. Siamo nel 1200 l’autore è Xia Gui (1195 – 1224) pittore di corte. L’immagine si intitola “Onda di Marea sul fiume Qiantang” e fu dipinta nell’autunno del 1200 replicando la visuale dello spot dal palazzo imperiale.
È un ventaglio di seta, 30cm di lato, disegnato per prendere parte, in mano ad una nobile dama, al Festival della Marea, uno show annuale durante l’equinozio di autunno quando le onde solo al massimo. La celebrazione includeva gara di wave-riding, spettacoli e parata militare al cospetto del imperatore. Hangzhou (popolazione 1.5 milioni nel 1300) era infatti l’epicentro di una scena surf pre-contatto che ha lasciato tracce in cronache, poesia e arte. Come racconta lo storico Zhou Mi (1231 – 1298): i giovani dello stato di Wu: “Si trovano in gruppi di cento e competono nel cavalcare le onde. […] su assi di legno, sbattuti dalle onde come pupazzi, compiono centinaia di evoluzioni, con grande maestria e divertimento”.
È nata qui Ia prima tabella di marea (1056) e la prima gara documentata (circa 1150), e non stupisce se esista in questo contesto una visione artistica delle onde con presupposti quasi antitetici rispetto ai nostri. I cinesi chiamano questo genere 山水 shanshui, che sta per ‘montagne ed acqua’, ispirato dal naturalismo della filosofia Taoista. Come nelle foto di line-up care ai surfisti, gli esseri umani si riducono a punti quasi insignificanti. Qui sono le montagne, le nuvole, le onde (non le immagini di santi, regnanti o pro) ad essere oggetto di studio.
E non sono solo rappresentazioni d’insieme, ma anche dettagli, onde studiate da vicino, come questa risacca dipinta da anonimo su ventaglio di seta o, ancora gli ‘Studi sull’Acqua’ di Ma Yuan (1160 – 1225), dodici tavole sugli stati dell’acqua, dalle increspature alle correnti, alle onde frangenti, con un lirismo ed una curiosità inesistenti nell’arte occidentale dell’epoca.
Visti da qui, mille anni dopo, sono line-up ante litteram, action shots senza manovre. Faville di surf art rimaste accese nelle pieghe dei libri e nei musei.
- Xia Gui, Onda di Marea sul Fiume Qiantang, circa 1200.
- Line-up shot in Hainan. Foto Zanella
- Anonimo, Risacca e Luna, circa 1300
- Ma Xingzu, Studio di Onda, circa 1150
- Ma Yuan, Studi sull’Acqua, circa 1200
- Ma Yuan, Studi Sull’Acqua, circa 1200
- Autunno sul fiume Zhejiang, stampa, circa 1600
- Shi Jing, Il Dragone del Diluvio, Dinastia Qing.
- Gustave Corbett, La Vague, 1870
- Onde di marea ad Hangzhou, foto Zanella
Surf explorer, allenatore e sinologo, Nik ha speso gli ultimi dieci anni in Cina lavorando a vari livelli del progetto olimpico del surf, e ricercando le origini cinesi del wave-riding. Il suo libro ‘Children of the Tide’ racconta la sorprendente storia di una comunità surf attiva in Cina dal nono al tredicesimo secolo che ha lasciato tracce nell’arte, nella letteratura e nella storiografia del paese.
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