Adam Bonvin è il fondatore di Alaia Bay, la prima wavepool dell’Europa Centrale. Surfbiz è una delle 3 nuove rubriche del Tuttologic Surf Podcast, uno spazio di approfondimento che vedrà protagonisti gli addetti ai lavori dell’industria del surf. Sin dall’inizio abbiamo voluto insistere sulla professionalizzazione di cui ha bisogno il nostro mondo. Surfbiz contribuirà a disegnare una mappa dei lavori del surf, per capire lo stato dell’arte e quali saranno le prossime mosse secondo il parere di autorevoli ospiti.
Quando abbiamo approcciato Alaia per proporgli un servizio, sapevamo di dover proporre qualcosa di diverso. È nella natura di TLS esplorare nuovi punti di vista e con Surbiz avevamo il veicolo ideale per sederci difronte al fondatore e direttore di Alaia Bay. Adam Bonvin è partito da un crowdfunding e passando per uno skatepark (Alaia Chalet) ha dato forma alla prima wave pool dell’Europa Centrale. Faceva l’ingegnere del suono a Londra, è il rampollo di una ricca famiglia che attraverso il Gruppo Investis gestisce proprietà per 1.3 miliardi di euro. Facile così, no? Occhio però a sottovalutare il capitano Adam, un leader di cui tutti dentro Alaia (anche i molti italiani impiegati lì) parlano strabene. Il racconto della genesi di Alaia Bay e di come si manda avanti un’infrastruttura del genere. Abbiamo interrogato il capitano di Alaia (indossava un caratteristico e pretenzioso cappello da capitano di nave, guardate su YouTube) sulla genesi di una wave pool, progetto tanto oneroso quanto redditizio ma per cui convincere gli investitori ad aprire il portafogli – anche se sono i tuoi genitori – non è mai semplice. Vuoi per la novità di un’infrastruttura sportiva che è molto più di un’onda artificiale, vuoi perché la Svizzera nonostante sia un paese a chiara trazione turistica non è che proprio pulluli di surfisti. “Ma non credere, ci sono 40.000 surfisti in Svizzera” – controbatte Adam durante il podcast.
Alcuni fatti degni di nota che magari vi daranno un’ulteriore spinta ad ascoltare la puntata integrale, 22 minuti densi di informazioni di prima mano:
- L’Italia è il secondo paese più rappresentato ad Alaia dopo la Svizzera.
- Alaia Bay si nutre soltanto di energia green. L’impianto è alimentato con energia idrica, per cui come spiega Adam: “La neve che scende dalle montagne e si trasforma in acqua genera le nostre onde. È anche una bella narrativa, ma funziona proprio così”. E aggiunge a proposito di consumi: “Un’ora qui è come la risalita di 6 persone su 1 ski-lift”.
- Più del 50% dei ricavi di Alaia Bay derivano dai servizi collaterali alla wave pool.
- La wave pool nelle intenzioni di Adam Bonvin non chiuderà nemmeno d’inverno. L’acqua arriva a 2 gradi, la mattina la piscina è ghiacciata. Secondo il boss di Alaia cambierà la clientela ma ci saranno comunque clienti. “Gente di montagna abituata a vestirsi pesante per sciare”.