Rileggendo gli articoli del nostro amato web magazine, mi sono imbattuto in quello di Leo “8 mesi per una tavola? Risponde il maggior produttore europeo”, nel quale ho notato un particolare molto interessante messo in luce da Jaime, General Manager di Olatu. Lost a parte, per cui il best-seller rimane il modello high-performance Driver 2.0, per Pukas e Channel Islands gli shape più richiesti si avvicinano al mondo delle tavole retrò: rispettivamente la Lady Twin e la CI Mid. Ormai penso sia evidente a tutti che negli ultimi anni, dopo decenni di progressi nelle tecnologie e nelle forme indirizzate alla performance, ci sia stato un gran ritorno delle tavole alternative, spesso rivisitate in chiave moderna per esaltarne la semplicità d’uso.
Questa tendenza non riguarda solo il mondo delle tavole da surf, ma uno specchio molto ampio di settori, e rappresenta una corrente di pensiero che in arte e filosofia è descritta come postmodernismo. L’identificazione del postmodernismo deriva da due elementi peculiari: il primo è il carattere offensivo che assume nei confronti dell’interpretazione artistica, sociale e politica dominante; secondariamente si distingue per la sua poliedricità, per non avere un’identità precisa, e per l’avvalersi di più stili. Paradossalmente ormai ha quasi assunto una connotazione opposta a quella di partenza, raggiungendo lo status di pensiero dominante in diversi campi della vita pubblica. In un linguaggio più popolare, chi abita entro i confini della postmodernismo mira a recuperare forme o idee datate, riproducendole attraverso le tecnologie e le necessità odierne. Alcuni esempi extra-surf possiamo facilmente trovarli nel ritorno del vinile in ambito musicale, nell’esplosione dei vintage store per l’abbigliamento e nella continua rivisitazione in chiave moderna di concetti come “officina”, “sartoria”, “barberia” semplicemente perché richiamare tradizione ed artigianalità oggi ha un non-so-che di attraente, fa figo.
Se il mondo delle tavole retrò sta tornando a splendere non è solo grazie alle mani di shaper che ri-adattano certe opere d’arte, rendendole più facilmente utilizzabili alla massa. Sono soprattutto i vertici del surf che testando per primi certe innovazioni fanno innamorare il grande pubblico di un determinato modello. Basti notare come la produzione di CI Twin Pin, inaugurate dal king dello stile Mikey February, sia esplosa dopo la pubblicazione del video promozionale uscito a marzo 2021. Il surfista sudafricano è solo uno di una lunga lista di promoter di questa tipologia di tavole: pure Torren Martyn, McKenzie Bowden e la pluricampionessa Stephanie Gilmore hanno influito fortemente nel diffondersi di una nuova ondata di post-modernity. Inoltre, l’aspetto più interessante, è che gli shape più rivoluzionari nascono dall’interazione surfista-shaper.
Si può trovare anche una spiegazione tecnica del perché le tavole alternative attirino così tanto pubblico. Innanzitutto, rispetto a una solita shortboard da high-performance, solitamente hanno più volume: agevolano quindi la remata e facilitano la generazione di velocità sull’onda (insomma fanno già il 70% del lavoro). Occhio però perché, dall’altro lato, possono trarre in inganno: le tavole retrò, infatti, non perdonano. Bisogna essere più precisi a livello di linee, più tecnici e composti, discorso che non vale per classiche tavolette, che nascondono alcuni errori permettendoci di avere linee più sporche. Ultimo ma non meno importante, se utilizzate come richiesto le tavole retrò vi doneranno anche quel pizzico di stile che, diciamocelo, non guasta mai.
Arrivati a questo punto, una domanda sorge spontanea: che futuro avrà questa tipologia di tavole per i romantici del surf italiano? Una cosa è certa: per godersi il pieno potenziale di shape del genere onde lunghe e precise, su point o reef, faciliterebbero il lavoro. I beach break versiliesi e del litorale romano non sono a nostro favore in questo caso, ma nulla toglie a chi volesse sperimentare mid-lenght, bonzer, twin o single-fin in onde veloci e imprevedibili. Dal mio punto di vista posso assicurarvi che le tavole retrò hanno un grande potenziale per le onde presenti lungo le nostre coste, sia in condizioni piccole che in condizioni più impegnative, e questo è vero proprio grazie alla loro versatilità.