Si è concluso il Championship Tour della World Surf League, forse il più discusso degli ultimi 20 anni. Le finali di Trestles, nonostante tutti i detrattori e le malelingue, hanno svolto il loro compito. Giusto o sbagliato che sia, il senso era quello di rendere più avvincente una gara di surf cercando di ribaltare o confermare il verdetto emerso dopo dieci gare di regular season in giro per il mondo. I colpi di scena non sono mancati, anzi: le Finals hanno riservato sorprese e delusioni accompagnate da una buona dose di surf ad alti livelli.
Lotta al titolo femminile
Trestles è il nuovo incubo di Carissa Moore. Dopo aver condotto la regular season ad alti livelli con tre vittorie di tappa ed aver concluso in testa per un soffio (solo 400 punti di distacco dalla seconda, Tyler Wright), nella sfida finale contro la sorpresa Caroline Marks il verdetto sembrava scontato. Pensate che il 90% dei fans avevano scelto la Moore come vincente già prima dell’inizio della competizione. Invece la giovane surfista della Florida, sull’abbrivio della heat vinta contro Tyler Wright si è presentata in line-up con ritmo e fiducia, portandosi a casa a dispetto di ogni pronostico il titolo di campionessa del mondo. Una battaglia tirata e vinta di pochissimo, ma sono bastate due heat per cancellare i sogni di gloria di Carissa Moore, che per il secondo anno consecutivo vede svanire il trofeo davanti ai suoi occhi.
La battaglia nel round maschile
Nel tabellone maschile invece tutti gli occhi erano puntati su Griffin Colapinto. La grande aspettativa gli ha probabilmente giocato un brutto scherzo. Nemmeno il tempo di entrare in acqua che dopo 35 minuti il suo sogno era già stato infranto sotto i colpi dei fendenti di Ethan Ewing. La fenice australiana è risorta dalle ceneri del brutto infortunio di Tahiti e dopo aver strapazzato Joao Chianca, ha eliminato anche il paladino di casa, presentandosi alla sfida per il titolo.
Griffin è apparso fin da subito molto rilassato, forse troppo. La barca ancorata in line-up, il messaggio motivazionale di Mattew McCounaghey e l’annuncio in stile match di boxe di Cris Cote prima dell’ingresso in acqua hanno caricato ancora di più Ethan (apparso super focalizzato sull’obiettivo) e adagiato sugli allori Griffin, forse già troppo convinto di avere la vittoria in tasca. Come insegna Leologico, grande supporter della Roma, se in campo ci andassero i tifosi probabilmente la maggica avrebbe 30 scudetti, ma purtroppo ci vanno i giocatori.
Archiviata la pratica Colapinto, la finale per il titolo maschile è stata davvero spettacolare. Nonostante le onde di Trestles non fossero eccezionali, Toledo ed Ewing hanno caricato la folla a colpi di back to back. Filipe prendeva un’onda, la spaccava e dietro partiva Ethan che faceva lo stesso e via così per tutte e due le heat. Il primo round va al brasiliano di pochissimo, vince di soli 0,74 punti. La seconda batteria con un mare sporcato dal vento, presenta il conto ad Ethan che accusa la fatica e molla la presa su Filipe. Per il secondo anno consecutivo il surfista di Ubatuba conclude la regular season in maglia gialla e si porta a casa la coppa a Trestles.
Considerazioni finali della stagione
Partiamo dicendo cha da italiani possiamo essere più che soddisfatti. Leonardo Fioravanti per la prima volta in carriera raggiunge la top ten del circuito e dimostra di non aver niente da invidiare ai suoi colleghi più titolati. Uno storico secondo posto a Pipeline ed un incoraggiante terzo a Tahiti (Teahupo’o sarà la sede dei Giochi Olimpici di Parigi 2024) segnano una stagione combattuta ad alti livelli. La qualità scarsa delle onde ha caratterizzato ogni tappa in programma. Tranne in un paio di isolate occasioni, il mare non ha mai sorriso alla WSL.
Il licenziamento di Erik Logan ha scosso il pubblico ed ha scatenato ancora di più il malumore che circolava nell’ambiente da ormai due anni, ovvero da quando il format del tour è stato stravolto dall’ex CEO della World Surf League. Le Finals, nonostante abbiano regalato sprazzi di grande surf, si sono già lasciate alle spalle uno strascico di polemiche pesanti. Nei commenti sotto ai post sono immancabili le accuse alla lega. Tre Finals consecutive a Trestles, pur agguerrite che siano, sono noiose, soprattutto se le onde sono sempre identiche e prediligono uno stile di surf specifico.
C’è anche chi punta il dito su Toledo. Al brasiliano viene rimproverato il fatto di aver vinto due mondiali senza dominare sulle onde consistenti. Filipe in effetti ha vinto tre tappe, ma con condizioni di mare grosso non ha mai brillato. In un Tahiti poco consistente è riuscito a passare la prima heat ma si è arreso subito con l’alzarsi della misura. La prima heat impegnativa lo ha visto rassegnarsi sul picco e non remare praticamente mai. Altra tappa con condizioni difficili è stata quella di Peniche, anche qui uscito male in mezzo al maremoto di Supertubos. Un tour con pochissime sinistre, senza onde di sostanza e con due sole tappe di tubi si è dimostrato terreno fertile per Filipe che ha consolidato e bissato la sua prima vittoria mondiale in carriera.
Cosa aspettarsi dal prossimo Tour?
I fan stanno perdendo la pazienza, questa è l’unica certezza che abbiamo al momento. La World Surf League è al momento senza una guida e fino ad oggi non si è mai dimostrata interessata alle opinioni dei tifosi. Con le aziende sempre più orientate verso un altro mercato, possiamo dire che il surf competitivo sia giunto sul viale del tramonto?